Per Brasile, Canada e Cile casse al verde


ROMA – Il Ministero degli Affari Esteri, alla luce delle forti riduzioni dell’ultima legge finanziaria, non è allo stato attuale in grado di fornire la copertura per le convenzioni pensionistiche con Cile, Brasile e Canada. Questo, in estrema sintesi, quanto risposto dal Sottosegretario Margherita Boniver alla risoluzione con cui Valdo Spini (Ds) tornava a chiedere al governo un impegno concreto per la ratifica dei suddetti accordi, anche gradualmente, in base alle risorse reperite.


“Dal punto di vista operativo – ha spiegato la Boniver alla Commissione Affari esteri alla Camera -, il calcolo per la copertura finanziaria degli accordi di sicurezza sociale ha una peculiarità. Mentre per il primo ed il secondo anno la copertura è determinata sulla base del costo reale – ottenuto moltiplicando il numero dei cittadini degli Stati interessati presenti sul territorio nazionale per il costo contributivo in base ad un calcolo attuariale – , per il terzo anno essa è computata sulla base della proiezione decennale di spesa”.


Una procedura che fa decisamente lievitare i costi per lo Stato.


“Solo per il primo anno – ha sottolineato il Sottosegretario – , cioè il 2005, per l’accordo con il Brasile si prevede un esborso di 4.067.181 euro, per il Canada, 1.037.000 euro e per il Cile 4.285.000 euro”.


Commentando gli effetti di queste Convenzioni, la Boniver ha precisato che “gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia beneficiano del nostro sistema pensionistico, nonché della copertura delle spese sanitarie. La finalità di questi accordi – ha spiegato – è quindi solo quella di consentire un cumulo dei periodi pensionistici in Italia con quelli maturati nel proprio Paese”.


A tale riguardo, ha aggiunto il sottosegretario, “va rilevato che, se per l’Italia la pensione si ottiene al compimento del sessantacinquesimo anno d’età, con il cumulo lo straniero potrebbe goderne prima. In questo caso, quanto conferito da un cittadino straniero nelle casse dell’INPS viene inviato all’omologo organo del Paese di appartenenza, con una maggiorazione dei cosiddetti ‘diritti pensionistici'” che, ha proseguito la Boniver, “si intendono come il calcolo di quanto dovuto con una serie di elementi aggiuntivi di natura statistica, quali, ad esempio, il tempo di vita presunto, il costo di un’eventuale reversibilità, eccetera”.


Ad oggi, secondo i dati a disposizione del Governo, vengono corrisposte in Brasile 10.726 pensioni convenzionate INPS per un importo totale di 58.626.361 euro l’anno; in Canada 64.992 pensioni convenzionate INPS per un importo totale di 118.123.484 euro l’anno; in Cile 866 pensioni convenzionate INPS per un importo totale di 6.121.933 euro l’anno.


“Per evitare queste enormi spese a carico dell’erario – ha commentato il Sottosegretario – sembra opportuno avviare una riflessione sulla possibilità di operare una modifica delle attuali Convenzioni che consenta il cumulo solo dal 1996, anno in cui è stata introdotta la pensione contributiva e non più retributiva”.


Il governo, dunque, è consapevole dell’esigenza di ratificare tali convenzioni, ha ribadito la Boniver.


C’è bisogno di riconsiderare la questione degli accordi di sicurezza sociale “in maniera approfondita e complessiva” evidenziando allo stesso tempo che “la mancata ratifica non comporti svantaggi per i lavoratori dei Paesi interessati”, visto che, ha precisato il Sottosegretario, “attualmente non solo beneficiano del trattamento pensionistico, ma hanno anche accesso al servizio sanitario nazionale”.


C’è bisogno anche di aggiornare le convenzioni stipulate prima della riforma del regime pensionistico, tra cui quella con il Brasile, per adeguarle alla riforma stessa.