“Non farti incantare, acquista Made in Italy”


ROMA.- “Non farti incantare: acquista Made in Italy”. E’ lo slogan che caratterizzerá la campagna della Confcommercio in difesa dei prodotti d’origine del Belpaese, una battaglia che ieri ha registrato una prima vittoria: la bocciatura del “parmesan” quale alimento “doc”.


Giorgio Guerrini e Cesare Fumagalli, rispettivamente presidente e segretario generale di Confcommercio, chiedono “un’alleanza anticrisi tra i consumatori italiani per rifondare la cultura del Made in Italy, inducendo il consumatore a scegliere con convinzione i nostri prodotti, cominciando a diffidare sul serio delle imitazioni a basso prezzo”. Un consumatore più informato, responsabile e consapevole, hanno sottolineato Guerrini e Fumagalli, “è l’arma migliore per contrastare i fenomeni della concorrenza sleale dei Paesi emergenti, delle contraffazioni, delle importazioni illegali di merci a costi irrisori e a scarso valore aggiunto”. E per aumentare la consapevolezza nel pubblico, Confcommercio si appresta a tappezzare le città italiane di manifesti che mostrano una cravatta falsa simile a un serpente a sonagli in procinto di strangolare chi la indossa, o tre scarpe viste da sotto e affiancate ognuna da tre indicazioni: suola (italiano), sole (inglese) e sòla (cioè fregatura; riferito alla scarpa cinese).


Una buona notizia sul fronte della tutela del Made in Italy è giunta ieri sempre da Roma, dove si è riunito il Codex, la commissione delle Nazioni unite che ha l’incarico di stabilire gli standard qualitativi per gli alimenti. In quella sede è stata bocciata la richiesta di definire norme tecniche internazionali per la produzione di parmesan, imitazione dell’assai più pregiato parmigiano, al di fuori dei limiti previsti dai disciplinari e senza alcun riferimento al legame territoriale all’origine del prodotto. Tale richiesta è sponsorizzata dai produttori americani di questo formaggio, che solo nel 2004 hanno riversato sul mercato quasi 60 mila tonnellate di parmesan, una quantità superiore al totale delle esportazioni italiane di parmigiano reggiano nel mondo.


Oltre alla concorrenza di prodotti magari più scadenti, ma comunque legittimi c’è poi la piaga della contraffazione, che costerebbe alle imprese italiane – secondo le stime diffuse ieri da Confartigianato – 6 miliardi di euro ogni anno, con un ammanco per le casse dello Stato di 1,5 miliardi di euro. “Nessun settore può sentirsi al sicuro” ha detto il presidente Giorgio Guerrini, che ha avanzato l’esempio di quanto accaduto alla ceramica di Vietri sul Mare, “una delle nostre produzioni più famose al mondo”. Questo pregiatissimo prodotto d’artigianato è stato copiato e venduto come autentico “a un prezzo che è pari a quanto nella cittadina della costiera amalfitana gli artigiani pagano la materia prima”. E il volume d’affari di questo settore si è contratto, negli ultimi due anni, del 40 per cento.