Unione: tutto pronto per la scelta del candidato


ROMA.- I leader dell’Unione hanno approvato il regolamento delle “primarie” previste per l’8 e il 9 ottobre, che indicheranno il candidato premier del centrosinistra alle elezioni politiche del prossimo anno. Il documento, firmato dai rappresentanti di tutti i partiti del centrosinistra e distribuito ai giornalisti, stabilisce che ogni candidatura deve essere sostenuta da almeno 10.000 firme, raccolte in almeno 10 regioni.


Al voto potranno partecipare tutti i cittadini maggiorenni che sottoscriveranno il “progetto” del centrosinistra e daranno un contributo “almeno di un euro”.


Le “primarie” sono state fortemente volute da Romano Prodi – candidato numero uno – per ottenere un avallo popolare della sua leadership nel centrosinistra, dopo che la Margherita è uscita dalla lista unitaria dell’Ulivo, decretandone il fallimento.


La scelta del candidato da contrapporre al centrodestra tramite un voto popolare è già stata sperimentata dall’Unione in Puglia per le elezioni regionali di aprile. A sorpresa, aveva vinto il candidato di Rifondazione Comunista, Niki Vendola, che poi ha conquistato la presidenza della Regione.


– La data (delle primarie) è stata decisa con voto unanime per l’8 e il 9 ottobre – ha detto Prodi al termine della riunione -. E’ un grande nuovo esperimento di democrazia in Italia, la prima tappa di un lungo cammino per vincere le elezioni… un coerente passo in avanti del sistema bipolare.


L’ufficio di presidenza deciderà se allargare il voto agli immigrati residenti in Italia.


Ci sarà almeno un seggio in ogni provincia e “almeno un seggio aggiuntivo per ogni 10.000 voti validi ricevuti nel 2001” nella quota proporzionale dalle forze politiche che aderiscono all’Unione, dice il documento.


Per quel che riguarda la presenza italiana in Iraq, Prodi ha dichiarato:


– La guerra in Iraq è stata sbagliata e non è servita nemmeno a risolvere il problema del terrorismo.


Il leader dell’Unione ha avvertito che questo è il momento di cominciare a guardare al dopo: avviato il ritiro delle nostre truppe si tratterà di contribuire alla ricostruzione civile e materiale dell’Iraq.


– Questo – ha commentato il “Professore” – è un compito che l’Italia dovrà svolgere sotto l’egida dell’Onu, nel quadro di uno sforzo della comunità internazionale e in collaborazione stretta con gli altri Paesi europei.


Insomma, “l’Italia non si tirerà certamente indietro sul problema della ricostruzione morale e politico istituzionale dell’Iraq e farà il suo dovere, ma in un contesto completamente diverso da quello di oggi”.


Il leader del centrosinistra, quindi, tiene a sottolineare:


– Abbiamo già impostato le linee di governo dell’Unione, se noi vinceremo le elezioni.