La musica barocca


Mentre il Rinascimento fu il periodo della musica vocale, l’età Barocca venne caratterizzata dallo sviluppo della musica strumentale e dalle sue forme sempre più elaborate e autonome.


Si compose in abbondanza per i nuovi strumenti a tastiera (organo e clavicembalo) e si svilupparono la danza, la sonata e la fuga, mentre cominciò, nell’orchestra, ad affiorare il virtuosismo dei solisti nel genere del concerto.


In Italia nacque il melodramma, che si diffuse in tutta Europa.


Nel Barocco prevalgono le voci soliste, accompagnate, dall’orchestra o anche da pochi strumenti, nell’«aria», la parte cantabile dell’opera in cui i virtuosi del secolo misero alla prova le loro capacità tecniche ed espressive.


La novità di questo genere di musica stava nel tentativo di scatenare sentimenti e passioni, ovvero «effetti», come si diceva allora. I compositori volevano suscitare effetti immediati nel cuore dell’ascoltatore, giocando su forti contrasti. Aiutavano ad aumentare la tensione emotiva anche le rappresentazioni architettoniche, grandiose e monumentali.


La parola «Barocco» assunse solo alla fine dell’Ottocento un significato positivo, perché prima significava «bizzarro», «sovraccarico», «ridondante».


In questo periodo i parametri musicali venivano usati per suscitare emozioni, ma l’epoca non fu attraversata da un solo stile, perché la parola «barocco» significa in musica una grande varietà di stili e soluzioni compositive: vicino all’esaltazione del ruolo solistico e al privilegio delle arie dalle melodie cantabili, si mantenevano ancora le rigorose regole della polifonia, che si svilupparono nell’ambito strumentale sino ad un sensazionale livello di complessità e sistematicità.