L’Italia è nel mirino dei terroristi, ma niente allarmismi

ROMA – “L’Italia è consapevole del rischio che corre. E sono state messe in atto tutte le misure necessarie per prevenire, individuare, combattere eventuali pericoli”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, rispondendo alle domande dei cronisti in una conferenza stampa congiunta con il collega tedesco Joschka Fischer. L’Italia, ha sottolineato Fini, “è certamente un potenziale obiettivo dei terroristi, al pari di quasi tutti i Paesi della comunità internazionale”. Sulle leggi eccezionali, il titolare della Farnesina è cauto: “Non c’è motivo per allarmismi particolari”, e precisa: “Sono a favore di misure eccezionali contro il terrorismo, ma sulla base della Costituzione e del diritto, perché l’obiettivo dei terroristi è proprio quello di farci allontanare dai nostri valori”. Parole non molto distanti da quanto dichiarato ieri da Romano Prodi: “Non dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere che significa libertà, democrazia, società aperta. Ciò non impedisce tuttavia che ci si debba difendere nel modo più efficace possibile contro il terrorismo. Lo pretendiamo non solo dal governo italiano, ma da tutti i governi europei”. In un messaggio fatto arrivare alla terza conferenza internazionale “Laboratorio Euromediterraneo” in corso a Milano, il ministro Fini ha auspicato “la creazione di un’area di prosperità e di sicurezza condivisa nel Mediterraneo”, definendola “una priorità assoluta per l’Italia e per l’Europa intera”. Il dialogo e la cooperazione a tutto campo, “in uno spirito di solidarietà e di effettiva partecipazione dei nostri vicini mediterranei”, ha aggiunto Fini, sono “strumenti essenziali per respingere la minaccia, anch’essa drammaticamente incombente, del fondamentalismo e del terrorismo”.


Intanto, nell’attesa che oggi approdi in Parlamento il decreto sulla sicurezza preparato dal ministro dell’Interno Pisanu (tra le misure previste: fermo di polizia fino a 24 ore, permesso di soggiorno accordato ai confidenti, colloqui informativi con i detenuti per terrorismo sul modello di quelli previsti per i reati di mafia, norme che leghino la vendita di una scheda telefonica alla persona che la utilizza), prosegue il dibattito sull’opportunità o meno di introdurre leggi eccezionali per fronteggiare la minaccia dell’estremismo islamico. Il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, ha dichiarato in un’intervista radiofonica che “le libertà individuali debbono sempre essere garantite, allo stesso tempo però bisogna garantire la sicurezza dei cittadini da fenomeni devastanti come quelli del terrorismo” e quindi “più che norme speciali , bisogna trovare il modo di rendere più rapide ed efficaci le procedure”. Un problema tutto italiano è come proteggere i tanti monumenti nazionali da un’eventuale offesa terroristica. “Ci siamo posti il problema, stiamo riflettendo con il ministro dell’Interno sul modo di mettere in sicurezza e migliorare le condizioni di sicurezza dei Beni culturali” ha dichiarato ieri il ministro dei Beni culturali, Rocco Buttiglione. Il quale ha avuto parole dure verso l’opposizione: “Nella sinistra – ha detto – ho visto affiorare qualche tentazione di diserzione”, e “la diserzione di fronte al nemico sarebbe un tradimento”. Il fatto è, argomenta Gianfranco Pagliarulo dei Comunisti italiani, che “chi propone leggi speciali fa il gioco dei terroristi, che vogliono costringere le democrazie e negare lo stato di diritto”.