Francia e Olanda chiudono le frontiere

BRUXELLES – Francia e Olanda hanno sospeso il Trattato di Schengen, ovvero la libera circolazione di persone e merci all’interno dell’Unione europea. La decisione, che va a colpire uno degli aspetti fondanti della comunità continentale, e cioè la libertà di poter passare da uno Stato all’altro dell’Unione senza dover esibire passaporti o varcare una dogana, si inquadra nelle misure di sicurezza in risposta all’emergenza terrorismo, rilanciata dagli attentati di Londra.


Interrogato dai giornalisti a margine del consiglio straordinario tenutosi a Bruxelles tra i ministri degli Interni e della Giustizia dell’Unione, il ministro dell’Interno italiano, Giuseppe Pisanu, ha escluso che l’Italia possa adottare misure analoghe. La decisione di Parigi è stata annunciata dal ministro degli Interni francese, Nicolas Sarkozy, con queste parole: “Il Trattato di Schengen prevede in circostanze molto precise la possibilità di rafforzare i controlli alle frontiere. Mi sembra che la situazione creatasi dopo gli attentati di Londra rientri in queste circostanze”. Fonti diplomatiche di Amsterdam hanno precisato che, in Olanda, le misure restrittive su Schengen verranno applicate “solo in direzione della Gran Bretagna”, cioè su aerei e navi provenienti da quel paese.


In Italia, continua la polemica su come affrontare il pericolo attentati. Una polemica, per la verità, che ruota soprattutto attorno alla Lega Nord, l’unico soggetto politico a non aver apprezzato la linea del ministro Pisanu. I ministri Roberto Calderoli (Riforme) e Roberto Castelli (Giustizia) hanno plaudito alla decisione di Francia e Olanda, e auspicano che l’Italia faccia altrettanto. Intanto nella penisola si intensifica l’attività di polizia. Ieri sono stati effettuati 174 fermi nel corso di decine perquisizioni effettuate in tutto il Paese in ambienti ritenuti vicini all’estremismo islamico.


Il vertice di Bruxelles ha prodotto un documento in dieci punti, in cui si stabiliscono affermazioni di principio e linee d’azione per affrontare efficacemente la minaccia terroristica. Gli attacchi di Londra e di Madrid sono stati definiti “un affronto ai valori universali su cui è basata la Comunità europea, articolati intorno alla società aperta e democratica e alle sue libere istituzioni”. E’ stato quindi ribadito l’impegno dell’Unione “a combattere il terrorismo e a difendere i principi di libertà, sicurezza e giustizia”. Sul lato operativo, i ministri convenuti a Bruxelles hanno definito la tabella in base alla quale dovranno entrare in funzione accordi a livello continentale mirati a rafforzare la sicurezza: decisione quadro sulla conservazione dei dati delle telecomunicazioni entro ottobre 2005, mandato europeo per la raccolta delle prove entro dicembre 2005, accordo sullo scambio di informazioni tra le autorità giudiziarie entro dicembre 2005, accordo sulla lotta al finanziamento del terrorismo (con un regolamento sui trasferimenti elettronici di capitali) entro dicembre 2005, adozione entro settembre 2005 della terza direttiva sul riciclaggio di denaro e del regolamento dei controlli sul denaro liquido, accordo sul Codice di condotta per prevenire usi illeciti delle associazioni di volontariato entro dicembre 2005.


Il documento chiede inoltre ai venticinque membri dell’Unione di stabilire, entro l’anno, standard comuni per il rilascio delle carte d’identità, e di accelerare l’introduzione di dati biometrici e impronte digitali sui visti e sui permessi di soggiorno.