Nessun dubbio, si vota e basta!

ROMA, (GRTV.-) A colloquio con Gianni Pittella responsabile per gli italiani all’estero dei Ds per la presentazione dei Coordinamenti dell’Unione degli Italiani nel Mondo e per una disamina delle problema­tiche che ancora affliggono l’attuazione della legge 459 del 2001, la cosiddetta “Legge Tremaglia”, che modificando la Costituzione Italiana, ha permesso ai nostri connazionali residenti all’estero di poter votare nei Paesi di residenza.


– Onorevole Pittella lei ha coordinato l’incontro pro­grammatico de L’Unione degli Italiani nel Mondo che ha posto alle nostre comunità all’estero una richiesta forte: quella di unirsi sotto questo simbolo affinché si confermino, alle politiche del 2006, le vittorie ottenuta nei Comites e nel CGIE nel 2004


– In realtà noi proponiamo un obiettivo un po’ più articolato. Chiediamo alle comunità di confrontarsi, anche con noi, su un programma di lavoro che riguardi la qualità della vita, la qualità della partecipazione democratica, le tante sfide che propone la realtà italiana all’estero e sulla base di questo programma, condiviso, dar vita ai coordinamenti dell’Unione degli Italiani nel Mondo. Coordinamenti che saranno la forgia su cui sarà fatta la lista dei nostri candidati in tutte le realtà circoscrizionali nel mondo. Noi partiamo dal programma perché non prescindiamo mai dai temi che riguardano da vicino le nostre comunità, che sono temi sia afferenti alle questioni sociali, in alcune aree del mondo, sia afferenti alle questioni di una maggiore valorizzazione della nostra comunità nel settore della ricerca, nel settore di impresa, nel settore della professione, nel settore della creatività. Vi sono tante eccellenze che meritano di essere valorizzate, di essere poste in rete con altre eccellenze che ci sono in Italia. Quando si dice “questa grande risorsa degli italiani all’estero” questa grande risorsa, reclama politiche coerenti perché altrimenti diventa anche questa un affermazione di vuota retorica


– In un momento di grande polemica sull’azione da parte di alcuni esponenti della maggioranza di bloccare il voto, voi presentate invece un programma ben definito, importante, non nella speranza che si voti ma perché si vota!


– Questa è una certezza. Io diffido quanti dicono “c’è il dubbio”, li diffido perché c’è una legge costituzionale che ha fatto tutti i passaggi, imposti dalle procedure, che è una legge che da il diritto agli italiani all’estero di votare per corrispondenza e di eleggere 18 parlamentari. Ora chi traccheggia, chi non mette in campo, tutte le cose che vanno messe in campo perché questo diritto venga concretizzato, deve essere messo alla berlina. Non si discute nemmeno sull’ipotesi che il voto venga rinviato come faceva presumere un emendamento presentato da alcuni parlamentari. Non voglio entrare in questa polemica a me interessa mettere un punto si vota e basta! Il governo è chiamato a garantire le condizioni trasparenza, di massima certezza degli aventi diritto e di grande informazione di tipo circolare perché, non si può fare una campagna elettorale a distanza di migliaia di chilometri, senza avere una grande e piena conoscenza di ciò che accade in Italia, di ciò che accade nel dibattito politico italiano e quindi con la garanzia che i nostri connazionali siano coinvolti nelle dinamiche politiche culturali civili e sociali della madrepatria


– Questa volontà di non farli votare nasce anche dalla consapevolezza di alcuni sul mancato allineamento delle due anagrafi, quella Consolare e l’Aire. Il Direttore Generale per le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri intervenendo all’Assemblea Plenaria del CGIE ha affrontato il problema sostenendo che per risolverlo in maniera immediata occorre un finanziamento di 6 milioni di euro che bisogna assolutamente trovare.


Un affermazione grave, visto che la legge 459, votata nel dicembre del 2001, è stata uno dei primi provvedimenti compiuti dal Governo che si era insediato solamente nel maggio precedente.


– Una gravissima inadempienza. Un pesantissimo ritardo. Vorrei chiedere al Ministro Tremaglia come mai, con il suo attaccamento che è sincero e autentico al tema del voto, non sia riuscito in questi anni ad imporre al Governo di cui egli fa autorevolmente parte questa serie di adempimenti. Adempimenti che erano necessari e che oggi si rivelano assolutamente urgenti e richiedono una posta finanziaria, come ha dichiarato il Dr. Benedetti, di sei milioni di euro. Sono problemi che deve affrontare il Governo e che non possono rimbalzare sull’opposizione. Non possono essere assolutamente ne un alibi ne una motivazione adeguata al rinvio del voto. Noi, qualche mese fa, avevamo fatto una semplice proposta, che ci è stata assolutamente oscurata dal Governo, e che era quella dell’opzione obbligatoria. Si chiedeva, infatti, agli italiani di esprimere un opzione obbligatoriamente per il voto all’estero. I cittadini che avessero compiuto questa scelta diventavano automaticamente i cittadini aventi diritto. Era una proposta di buon senso, di saggezza, che aiutava a risolvere e ad affrontare i problemi che ancora non si era riusciti a risolvere con l’allineamento degli elenchi. Non c’è stato prestato ascolto, perché da parte del Governo c’è una prosopopea che poi puntualmente si rivela improvvida e assolutamente inadeguata a risolvere il problemi.


– Il Ministro Tremaglia, intervenendo alla stessa Assemblea, ha chiesto ai consiglieri presenti e alle forze politiche “un patto di fiducia” affermando che l’art. 8 della legge 459, quello che lui aveva fortemente voluto minacciando addirittura la crisi di Governo, potrebbe, se impugnato davanti alla Corte Costituzionale, risultare incostituzionale. Una doccia fredda perché nessuno ha mai sentito parlare di “problema articolo 8”. Come mai ora?


– Perché sicuramente c’è sicuramente qualcuno che sgomita, che scalpita, e si vuol candidare pur stando in Italia. La nostra coalizione di centro sinistra ha assunto un impegno morale al di la di quello che è il contento della legge che è quello di candidare le persone che stanno sul posto. Il primo è Tremaglia che fa circolare notizie di una sua lista di candidati, con il suo nome, e quindi probabilmente con la sua candidatura. Il primo a dare il buono esempio deve essere il ministro, il quale deve, anche con la sua testimonianza, tenendosi fuori dalla contesa elettorale, dimostrare che, davvero, tiene innanzitutto al voto e poi alla sua battaglia politica, ideologica e culturale che può fare in maniera assolutamente normale in Italia dove lui è un riconosciuto esponente del suo partito che è Alleanza Nazionale.


Anna M. Punzo (GRTV)