“Dimessi” i colonnelli, An nel caos

ROMA – “Ci vedremo la settimana prossima e saprete le mie decisioni”. Con queste dure parole, venerdì scorso Gianfranco Fini si era accomiatato dai “colonnelli” La Russa e Matteoli, “rei” di aver pronunciato delle pesantissime frasi sul segretario del partito finite sul quotidiano “Il Tempo”. La “settimana prossima” è arrivata, e Fini ha preso la più drastica delle decisioni: azzeramento di tutte le cariche nel partito, includendo, naturalmente, quelle di La Russa, Matteoli e Gasparri (seduto assieme agli altri due nel tavolino del bar da cui il cronista del Tempo ha carpito le frasi dello scandalo). Si può ben comprendere l’irritazione di Fini quando, sulle pagine dello storico quotidiano romano, si è ritrovato a leggere giudizi di questo tenore: “E’ malato, non lo vedete che è dimagrito, gli tremano le mani. Non so di che tipo di malattia si tratti, ma o guarisce o sono guai. Non possiamo permetterci di affrontare una campagna elettorale con Fini in queste condizioni” (La Russa). “Sul partito unico non possiamo far fare le trattative a Gianfranco. Non è capace. Quelli gli telefonano, gli dicono che vogliono togliere quello e mettere quell’altro, e lui dice sempre di sì” (sempre La Russa). Così Altero Matteoli, che due settimane fa era stato investito da Fini, contro quasi tutto il partito, della carica di segretario organizzativo di An: “La vera questione è chiedersi chi è Fini oggi. Dobbiamo rispondere a questa domanda. Dobbiamo andare da lui prima di agosto, altrimenti parte per le ferie e scompare. Dobbiamo andare e dirgli ‘Gianfranco svegliati’. Che ne so, se serve prendiamolo a schiaffi, ma scuotiamolo!”. Ancora Matteoli: “O diciamo che andiamo avanti senza Fini, ma non possiamo permettercelo, oppure troviamo una soluzione”. E sul partito unico: “Credo che se noi teniamo la barra dritta possiamo andare avanti”. A peggiorare, se possibile, le cose, la circostanza che queste frasi sarebbero state pronunciate a sole due settimane dalla Assemblea nazionale di An che, si disse allora, “ha salvato l’unità del partito”; e, addirittura, a pochissime ore dalla conclusione di una cena in un ristorante romano in cui Fini – come recitava un comunicato stampa emesso per l’occasione – si era riconciliato con i suoi “colonnelli”.