Da Roma nessun aiuto agli indigenti italo-venezolani


ROMA – Comunità italiana in Venezuela in primo piano. Il governo ha risposto ad una interrogazione rivolta al ministro degli Esteri, nel marzo scorso, dal deputato Erminio Quartiani. L’interrogazione dell’esponente dei Ds era stata presentata sulla base di un documento elaborato dall’Associazione Mantovani nel Mondo. L’interrogazione richiamava l’attenzione del ministero degli Esteri su una serie di questioni urgenti per la collettività italiana in Venezuela: tra esse la situazione sanitaria e il drammatico problema dell’indigenza.


Il sottosegretario agli Esteri Giampaolo Bettamio, ha risposto punto per punto a Quartiani.


In merito alla riduzione del contributo ministeriale per l’ente di assistenza COMITAS di Caracas nel biennio 2003-2004, il sottosegretario ha fatto osservare come tale riduzione sia “esclusivamente imputabile a fattori oggettivi ed alla doverosa applicazione della vigente normativa contabile”. A fronte di un contributo ministeriale stabilito per il 2003, di 51.500 euro, l’Ufficio Centrale del Bilancio ritenne di ridurlo a 37.117,31 euro. Nel 2004 il finanziamento fu di 10.000 euro, a causa – ha spiegato Bettamio – di un ritardo nella presentazione da parte dell’ente della domanda di contributo: l’Amministrazione aveva già ripartito la quasi totalità delle risorse fra i vari enti richiedenti. D’altra parte la riduzione “è stata accompagnata da un aumento del contributo in favore degli altri enti assistenziali del Venezuela”. In tal modo nel 2004 il MAE ha incrementato il complesso dello stanziamento agli enti assistenziali (dai 173.675 euro del 2003 ai 208.300 euro del 2004). Ora il MAE per il corrente esercizio finanziario “sta valutando con la dovuta attenzione la richiesta di contributo e la relativa documentazione pervenuta dal COMITAS e, anche alla luce della complessiva distribuzione dei fondi disponibili tra gli Enti richiedenti, quantificherà in tempi brevi il contributo da assegnare”.


 


530.000 euro al Consolato Generale d’Italia


Finanziamenti ai Consolati: Bettamio ha riferito che nel 2004 il Consolato generale d’Italia a Caracas ha ricevuto 530.000 euro, e il Consolato a Maracaibo 170.000 euro per interventi di assistenza diretta agli italiani indigenti all’estero. Per l’esercizio finanziario corrente, sono stati stanziati per il Consolato generale a Caracas 545.000 euro e per il Consolato a Maracaibo 185.000 euro.


Per quanto riguarda i sussidi in denaro per gli indigenti (limite massimo di 1.032 euro pro capite, ma il Consolato può concedere, previa autorizzazione, sussidi maggiori qualora ritenga la situazione del connazionale particolarmente grave), Bettamio ha ricordato che soltanto i cittadini italiani hanno diritto a beneficiare dei fondi dell’assistenza diretta gestiti dai Consolati. Gli oriundi (circa 2 milioni secondo stime dell’ambasciata in Venezuela), qualora siano indigenti si rivolgano alla Missione Cattolica Italiana “meritoriamente gestita dai padri Scalabriniani”, o alle strutture pubbliche locali.


Collaborazione Italia-Venezuela nell’ambito della cooperazione decentrata: è stato ricordato che la legge sulla cooperazione allo sviluppo non consente interventi destinati ai cittadini italiani all’estero. E che anche le forme di cooperazione tra gli enti regionali non sono destinate ai cittadini italiani, “tanto da impedire l’avvio di concrete iniziative a favore dei nostri connazionali in Venezuela”.


 


Indigenza: coinvolgere le Regioni


Non risulta, poi, al MAE che esista un sistema di coinvolgimento diretto delle Regioni in iniziative in favore dei connazionali indigenti in Venezuela e, “come segnalato dalla nostra ambasciata a Caracas, gli stanziamenti regionali in tal senso sono assai scarsi”. Tuttavia “il problema assistenziale, nel suo complesso, viene sempre portato, da parte degli uffici diplomatico-consolari nel Paese, all’attenzione dei numerosi esponenti regionali che compiono visite in Venezuela”. Bettamio ha evidenziato inoltre che “l’ambasciata è intervenuta più volte presso le associazioni regionali, colà operanti, affinché queste facciano opera di sensibilizzazione delle giunte delle Regioni di riferimento sui problemi dell’assistenza ai connazionali indigenti, auspicando un incremento di aiuti da parte degli organismi regionali”.


Ribadito che con le risorse destinate ai Consolati in Venezuela “si assistono con puntualità gli italiani indigenti che si rivolgono agli uffici consolari per ottenere aiuto di vario genere”, tra cui anche l’assistenza medico-ospedaliera, Bettamio ha ricordato i vari contratti stipulati dal Consolato a Caracas, nel 2004 (con la Casa di riposo per anziani Villa Pompei, con l’Ambulatorio campano, con associazioni che si occupano di assistenza domiciliare eccetera).


Tutela delle Pmi italiane: non risulta al MAE che il governo venezuelano abbia varato leggi che prevedano “espropri” o “vendite forzate” di attività imprenditoriali. E la normativa sul latifondo, in esame al Parlamento venezuelano, non è riferita alle Pmi. Inoltre “nessun piccolo e medio imprenditore italiano risulta si sia rivolto alla nostra rappresentanza diplomatica per denunciare espropri o vendite forzate della propria attività”.


 


La missione degli esperti antisequestro


Sequestri dei connazionali. L’Unità di Crisi del MAE “segue da tempo con attenzione la situazione della sicurezza del Paese”, ed ha inviato dall’aprile 2004, di concerto con il ministero dell’Interno, due esperti antisequestro con “tangibile risultato in termini di rilascio di connazionali e di sensibilizzazione” della collettività italiana all’adozione di comportamenti precauzionali e di prevenzione. Inoltre l’azione del MAE è rivolta a fornire qualificata assistenza alle famiglie dei rapiti nella gestione delle trattative con i rapitori. Ma il MAE, naturalmente, agisce anche sul piano politico: sollecitate le autorità locali, “ad impegnarsi nella lotta alla criminalità e a fornire la necessaria cooperazione istituzionale a tutela della comunità italiana in Venezuela”. Allo studio inoltre l’istituzione a Caracas, su proposta dell’Ambasciata italiana, di un Ufficio permanente con funzioni di coordinamento delle attività antisequestro. In attesa, si è comunque deciso di rinnovare la missione degli esperti antisequestro.


 


I titoli di studi della nostra “Agustìn Codazzi”


Altro “problema noto da tempo”: il mancato riconoscimento da parte del Venezuela del titolo di studio rilasciato dal liceo italiano “Agustin Codazzi”. La situazione ha iniziato a sbloccarsi nel novembre 2004 quando l’Ambasciata italiana ha ottenuto di potere attivare un gruppo di lavoro misto. Una recente missione dell’ufficio competente della Farnesina “ha contribuito ad accelerare le iniziative intraprese dall’Ambasciata”. Ed ora i lavori del gruppo “sono ben avviati e vi è una concreta prospettiva di risoluzione del problema in tempi brevi”. Una volta risolta la questione sarà anche possibile inserire quel liceo nel regime giuridico della parità scolastica: il che significa un incremento delle risorse da parte del MAE.


Accordi fra università: attualmente 18 quelli tra atenei venezuelani e 11 università italiane (Palermo con 5 accordi, Bologna, Firenze, Politecnico di Milano, Napoli Orientale, Padova, Pisa, La Sapienza di Roma, Teramo, Politecnico di Torino, Viterbo). Gli accordi, che vengono stipulati direttamente dalle università italiane, ricevono finanziamenti prevalentemente dal ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (il bando 2004-2006 prevede 1,5 milioni di euro a collaborazioni interuniversitarie con l’America Latina). Un sostegno indiretto viene dal MAE con borse di studio a cittadini stranieri ed italiani residenti all’estero (per quanto riguarda il Venezuela, si offrono annualmente 156 mensilità a studenti venezuelani e 35 a studenti italiani residenti in Venezuela).


Schedari consolari. Si sta procedendo alla bonifica, “permangono tuttavia i noti problemi relativi alla mancata collimazione tra le liste dei residenti iscritti all’anagrafe consolare e le liste del ministero degli Interni, problema peraltro comune a tutti i Paesi ad alta immigrazione italiana”.


Riacquisto della cittadinanza italiana da parte di residenti in Venezuela: “sebbene questo ministero sia tendenzialmente non contrario alla riapertura dei termini” si fa osservare che “quanto contenuto nella proposta di legge in parola tende a circoscrivere la portata della norma ad una specifica categoria di soggetti, in contrasto con lo spirito della legge 5 febbraio 1992, n. 91, saldamente fondata sul concetto di massima uniformità nei criteri di riacquisto del nostro “status civitatis”


Consultazione e coinvolgimento delle comunità italiane, dei Comites e del CGIE da parte delle autorità diplomatico-consolari in Venezuela. Bettamio ha fatto presente che l’Ambasciata e i Consolati riferiscono di “rapporti di produttiva, ed istituzionalizzata, collaborazione con le rappresentanze della nostra collettività, siano esse elettive o associative” . Frequenti le riunioni con i tre consiglieri CGIE con i quali “viene discusso ed approfondito non solo un ordine del giorno predisposto dall’Ambasciata, ma qualsiasi tema da loro indicato, al fine di individuare i seguiti operativi”. I rapporti con il CGIE vanno dunque “al di là del mero quadro istituzionale, e comportano frequenti scambi di vedute sulla situazione politica ed economica del Venezuela, consultazioni sulle visite ufficiali, comuni riflessioni sulle problematiche sociali della collettività”.


 


La cooperazione italo-venezolana


Infine il “Consiglio Italo-Venezuelano per la Cooperazione Economica”. Il compito di preparare, insieme con le competenti autorità del Governo venezuelano questa “Commissione Mista” spetta all’Ambasciata e non ai Consolati, ha precisato Bettamio. La prima riunione – presieduta dallo stesso sottosegretario e dal ministro venezuelano della Pianificazione e Sviluppo Giordani – si è svolta il 6 aprile scorso. Affrontate, ha ricordato Bettamio, tematiche relative alla collaborazione economica e istituiti gruppi di lavoro nei quali è prevista la partecipazione di imprese dei due Paesi, “fra cui le imprese venezuelane costituite da cittadini italiani e di origine italiana”. (S.P.-Inform)