La piaga delle cavallette si abbatte anche sul Nord


SASSARI.- Prima Bologna, poi Torino: la notizia di invasioni di cavallette, in questi caldi giorni d’estate, come già nel 2004, rimbalza in diverse e “insospettabili” regioni italiane. Quest’anno, infatti, la piaga delle locuste viene segnalata non solo nel Mezzogiorno ma anche anche in Piemonte e in Emilia.


– Niente di nuovo, in realtà – rassicura Roberto Pantaleoni, ricercatore dell’Istituto per lo studio degli ecosistemi, Ise, del Cnr di Sassari. – Gli annali registrano orde di questi insetti in Italia dai tempi più remoti, anche nelle regioni settentrionali. Le specie coinvolte sono poche e ben note: il grande Dettico dalla fronte gialla, il più meridionale Grillastro crociato ed il Grillastro italiano.


Dalla metà del secolo scorso, però, le pullulazioni di cavallette si erano talmente affievolite nel nostro Paese da farcene dimenticare l’esistenza. Secondo i ricercatori dell’Ise-Cnr, “la spiegazione di una nuova massiccia presenza non va banalizzata e deve essere legata, analizzando tendenze di breve periodo, essenzialmente al microclima locale, la siccità nel nord Italia per esempio, e a tendenze di medio-lungo periodo legate ai cambiamenti d’uso del territorio, oltre che ai cambiamenti climatici di più vasta scala”.


I rischi che oggi si corrono sono ben inferiori a quelli del passato, ma non sono trascurabili. Gli agricoltori hanno armi chimiche potenti ed efficaci, con una tossicità acuta verso gli animali a sangue caldo estremamente ridotta. Il problema è che una lotta basata solo sulla distribuzione di insetticidi a difesa delle coltivazioni contro le cavallette adulte è tecnicamente insostenibile per motivi economici e di salvaguardia ambientale.


– Le cavallette vanno combattute nei luoghi dove sono state deposte le uova l’anno precedente e dove sono nate nella stagione in corso, prima che diventino adulte e che siano in grado di volare – spiega Pantaleoni. – In questo modo si riduce l’uso di veleni e si ottiene una maggior efficacia degli interventi. Ma questo tipo di lotta richiede una approfondita conoscenza del territorio, un’organizzazione logistica comprensoriale, buone conoscenze tecniche.


È proprio in quest’ottica che l’Ise-Cnr sta affrontando il problema, realizzando in collaborazione con enti pubblici e privati, locali e nazionali, una struttura dedicata all’entomologia territoriale, in cui viene recuperato, in particolare per quanto riguarda le cavallette, il grosso bagaglio di conoscenze che l’Italia, un tempo, possedeva.