Voto degli Italiani all’estero, ancora troppe domande inevase


ROMA – “Le nostre preoccupazioni sull’anagrafe degli italiani all’estero in vista delle prossime elezioni politiche rimangono intatte. Il ministero degli Esteri, rispondendo ad una nostra interrogazione non ha infatti sciolto molti dei problemi da noi posti’’. Quindi ancora tante le perplessità e i dubbi sulla partecipazione dell’enorme provincia italiana fuori d’Italia.


Valerio Calzolaio, dei Ds, avverte che “le preoccupazioni sull’anagrafe degli italiani all’estero in vista delle prossime elezioni politiche rimangono intatte’’.


– Resta, ad esempio – ha spiegato -, il dato allarmante di oltre 2 milioni di posizioni non in regola per il diritto di voto, mentre non si avvia il Piano Straordinario di informazione e non si coinvolgono adeguatamente comunità e patronati’’.


Il deputato Ds sostiene inoltre che “l’annunciata operazione di mailing non è stata ancora finanziata dal governo, e comunque risulta rischiosa perchè sposta sull’elettore l’onere della prova’’.


Come si ricorderà, alcuni deputati della Quercia presentarono, tempo fa, una interrogazione alla Commissione Esteri nella quale si chiedevano infomazioni sull’elenco degli italiani all’estero.


“La corretta definizione dell’elenco degli elettori italiani all’estero, che saranno chiamati ad eleggere nella prossima consultazione elettorale dodici deputati e sei senatori, resta a meno di un anno dalla scadenza un problema ancora lontano da una positiva soluzione. Resiste, infatti, l’allarmante dato di circa settecentomila elettori inseriti nell’Aire, ma di cui i consolati non sanno nulla, e di circa un milione e trecentomila persone, di cui i consolati hanno certezza, ma che non sono inseriti nell’Aire e che, quindi, non potranno esercitare il loro diritto”. Così l’attenzione sulla questione dell’anagrafe degli italiani all’estero era richiamata dall’interrogazione dei deputati Valerio Calzolaio, Valdo Spini e Marina Sereni, tutti Ds.


“Il più recente orientamento sarebbe che il Ministro degli Esteri – affermavano i deputati Ds – spedisca agli uni e agli altri una lettera nella quale si chiede di farsi vivi e di contribuire a regolarizzare la situazione individuale, procedendo in caso positivo agli adempimenti amministrativi richiesti. In caso negativo, la condizione di ognuno sarebbe congelata e archiviata in elenchi ‘storici’, dai quali si potrebbe essere recuperati solo a seguito di iniziativa individuale”.


“Questa complessa operazione – osservavano Calzolaio, Spini e Sereni – potrebbe essere realizzata solo alla condizione, tutt’altro che scontata, che, nel breve volgere di qualche settimana siano recuperati circa sei milioni di euro, necessari per il finanziamento delle attività di mailing. Ogni iniziativa rivolta a sanare l’insostenibile situazione degli elenchi elettorali va responsabilmente presa in considerazione, ma un’applicazione meccanica delle ipotesi prospettate rischia di invertire solo l’onere della prova, nel senso di mettere a carico di chi non risponde o non può rispondere la responsabilità dell’eventuale congelamento del diritto di voto”.


“Quali iniziative – chiedevano infine i deputati Ds – sono in programma per sanare gli elenchi elettorali degli italiani all’estero e se è previsto un piano straordinario di informazione, sostenuto da risorse dirette ed adeguate, capace di utilizzare sia gli strumenti comunicativi in lingua italiana sia quelli in lingua locale e di coinvolgere forze sociali, patronati, circoli, l’insieme delle nostre comunità all’estero”.


La risposta del ministero degli Esteri evidentemente non soddisfa i deputati Ds i quali sostengono che persistono le preoccupazioni già espresse in merito all’anagrafe degli elettori residenti all’estero. E cioè, quell’immensa provincia di italiani fuori d’Italia chiamati ad esprimersi per la prima nelle “politiche”.