Pane e mortadella


Io mi faccio portare della mortadella con la schiacciata. Quando è fresco la magio così volentieri!


Ascolto la mia collega Antonella e sono quasi tentata di ordinarne un po’ anch’io.


Fra due ore ho la palestra! Spinning! Non riuscirò a digerirla, non c’è tempo.


Certo che un morso …, un pezzetto… Grazie Antonella, un etto anche per me, di quella IGP, mi raccomando e un panino integrale.


Eccola davanti a me. Scarto il piccolo pacchetto. Un profuno … mamma mia.


Ne prendo mezza fetta e la infilo in un piccolo quantitativo di pane. Squilla il telefono, ingoio velocemente e alzo la cornetta. Buona.


Palestra dopo il lavoro. Una fatica bestiale. Su e giù per salite e discese. Circa un’ora. Morta o viva. Doccia.


Sguardo allo specchio. Controllo pancia. Tutto come ieri. Sono fuori, comincia a piovere, dove ho lasciato la macchina? A casa.


Sul tavolo di cucina, sorpresa! Qualcuno dei miei figli ha risposto alla mia richiesta di comprare il pane. Mi guardo in giro, degli spiccioli vicino ai giornali! Il resto. Alessandro, è stato lui. Tolgo il pane dalla busta di carta. Il pane di Paolo! Fresco … Coltello alla mano taglio. Lievitazione naturale, mollica compatta, pane di una volta. La mortadella subito quel pensiero. Dove l’ho messa? Corro verso la borsa, cerniera e frugo, cerco. Ecco il piccolo fagotto. Oddio se si è scaldata. Apro, e … no, profuma. Casa vuota, silenzio. Taglio un’altra fetta di pane. Una due fette di mortadella dentro.


Mi siedo. Un morso. Grosso. Un boccone. Enorme. La bocca ne è piena. Mastico. I due sapori si fondono. Ancora una morso, ancora, ancora. A bocconi … uhm uhm … Bocconi pieni di felicità!