Terrorismo, Ciampi firma il “pacchetto Pisanu”

ROMA – Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha promulgato ieri mattina il “pacchetto Pisanu” che prevede nuove misure per la lotta al terrorismo, approvato sabato sera in via definitiva dalla Camera dei Deputati. Il decreto sarà ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.


L’approvazione da parte del Parlamento di questo provvedimento, che tra le altre misure prevede l’estensione del fermo di polizia, il prelievo forzoso di saliva e capelli ai sospetti di terrorismo e la nominalità delle schede telefoniche, ha un retroscena che merita di essere raccontato. Il gruppo Ds alla Camera aveva chiesto alcune modifiche del testo, sulle quali lo stesso premier si è detto d’accordo. Opposizione e governo si sono confrontati in un improvvisato e autorevolissimo vertice, da una parte Berlusconi, il ministro degli Esteri Fini e il ministro dell’Interno Pisanu, dall’altra il capogruppo Ds alla Camera, Violante, e il presidente della Margherita, Castagnetti. Ebbene, nonostante tutti e cinque fossero d’accordo sull’opportunità di alcune modifiche al testo licenziato dal Senato (Violante proponeva: si correggano le norme sull’espulsione degli extracomunitari, sul prelievo forzoso di saliva e capelli e sulla notifica delle comunicazioni giudiziarie, e i Ds ritireranno tutti gli emendamenti), nondimeno alla fine Berlusconi ha deciso di chiedere alla maggioranza di approvare un testo imperfetto, perché altrimenti il provvedimento, che in caso di modifica avrebbe dovuto tornare in Senato, con tutta probabilità sarebbe rimasto a languire in un’aula priva di parlamentari, molti dei quali presumibilmente già in vacanza. La ricostruzione testé descritta è stata fornita dall’agenzia Ansa, e solleva più di un dubbio sull’attaccamento di tanti senatori a un ruolo che dovrebbe essere “la loro alta missione”.


Intanto i fatti di Londra si intrecciano sempre più strettamente con l’allarme terrorismo in Italia. Nel fine settimana è stato arrestato a Roma un cittadino etiope, Hamdi Issac, che ha confessato di aver preso parte agli attentati del 7 luglio nella capitale britannica. Arrestato a Brescia anche un fratello di Issac; per lui, l’accusa non è di terrorismo bensì di distruzione di documenti utili alle indagini. In Inghilterra, dove sono stati effettuati altri otto arresti (in tutto sono 19 i fermi per terrorismo dopo il 7 luglio), la tensione è al massimo: ieri il Sunday Times ha rivelato che esiste una terza cellula pronta a colpire, dopo gli attacchi del 7 luglio e quelli, falliti, del 21 luglio. E’ per questo, scrive il settimanale, che giovedì scorso Londra era pattugliata da uno spiegamento di forze mai visto dai tempi della Seconda guerra mondiale: oltre 6.000 agenti la cui presenza avrebbe sconsigliato ai terroristi di farsi vivi.