S’infiamma la sfida elettorale sull’Iraq


ROMA.- La sfida elettorale Berlusconi-Prodi s’infiamma sull’Iraq, proprio quando maggioranza e Ulivo hanno votato, d’intesa, le misure contro il terrorismo che sono state promulgate dal Presidente Ciampi. L’attacco stavolta è del presidente del Consiglio che decide di rispondere alle parole del Professore sulla missione italiana a Nassiriya. Truppe di occupazione? Il premier ha in mano un fogli di appunti e, davanti ai giornalisti, scandisce:


– Prodi definisce i militari italiani presenti a Nassiriya come truppe di occupazione e ciò è molto grave, in questo modo giustifica e incentiva gli attacchi ai nostri soldati da parte della guerriglia. Le nostre non sono truppe di occupazione. I nostri soldati sono amati e ben visti dalla popolazione locale.


Dopo una breve pausa, Berlusconi aggiunge:


– E’ evidente che Prodi non vuole solo annullare le leggi varate da questo Parlamento, ma intende anche venir meno agli impegni internazionali rompendo la solidarietà occidentale e facendo tornare il nostro paese quella italietta del passato…


Parole che scatenano l’immediata reazione del centrosinistra. Più tardi arriva anche la risposta del portavoce di Prodi, Ricardo Franco Levi, che scarica su governo e maggioranza «l’intera responsabilità di aver mandato i nostri militari nel posto sbagliato per il motivo sbagliato e di tenerceli esponendoli a gravi rischi senza avere una strategia d’uscita».


E’ sì infuria la polemica tra maggioranza e opposizione sull’Iraq. A condividere lo «sdegno» di Berlusconi per le parole del leader dell’Unione c’é anche il ministro degli Esteri Gianfranco Fini che chiede a Prodi di «correggersi» dopo la «gravità inaudita» delle sue parole che rischiano di «esporre l’Italia ai colpi dei terroristi». Interviene anche il presidente del Senato Marcello Pera che, da Marina di Pietrasanta, definisce, senza mezzi termini, le affermazioni dell’ex presidente del Consiglio «piuttosto pesanti» e «non rispettose» verso i nostri militari che invece svolgono in Iraq «un eccellente lavoro per la ricostruzione e per il mantenimento della pace». Da Pera anche un’altra considerazione:


– Se fossero state truppe di occupazione e di invasione, sarebbe stato Ciampi ad impedirlo visto che ciò non è previsto dalla nostra Costituzione.


Dura la reazione contro Prodi anche del ministro leghista Roberto Calderoli che paragona il ragionamento del leader del centrosinistra a quello dei terroristi che «operano in Iraq».


– Vergogna professore – dice ancora Calderoli domandandosi:


– La brama di occupare Palazzo Chigi è tale da arrivare a calpestare la memoria dei nostri morti a Nassiriya?.


Compatta l’opposizione in difesa del professore, a partire da Fassino e Rutelli.


Il segretario dei Ds definisce le parole di Berlusconi e Fini «stonate, sbagliate e fuori misura», proprio nel giorno in cui il Parlamento vota «pressoché all’unanimità» le misure contro il terrorismo «dando dimostrazione di coesione e unità».


Il leader della Margherita parla invece di «polemica gravemente infelice» da parte di Berlusconi contro Prodi che invece si era espresso «con chiarezza» sulla gradualità del «disimpegno delle nostre truppe e sul mutamento della missione italiana in Iraq». Sulla stessa lunghezza d’onda di Rutelli, il Verde Paolo Cento che oltretutto vede nella «irresponsabilità» del governo italiano i rischi di esporre il paese ad attentati. Un altro diessino, Vannino Chiti, definisce una «infamia» le parole «irresponsabili» del premier contro Prodi.


Fuori dal coro della Cdl, invece, le parole del vicesegretario del Nuovo Psi, Bobo Craxi che ritiene «equilibrata» la volontà di «cambiare la natura della missione in Iraq». Una proposta che, a suo avviso, «non può essere considerata una voglia di fuga, bensì una corretta e più equilibrata posizione di un paese che non si considera belligerante ma che ha finito per essere tale».