Lavoro all’estero, paga italiana


ROMA – Un italiano che lavora all’estero in un impiego regolato in Italia da un contratto collettivo, dovrà aver garantiti livelli di sicurezza e retributivi non inferiori a quelli italiani. E non sarà possibile l’assunzione qualora il datore di lavoro non sia iscritto in un apposito registro, gestito dal ministero del Lavoro, che garantisca l’affidabilità e la correttezza dell’impresa. E’ questo il senso del disegno di legge sulla tutela del lavoro prestato all’estero, ddl che ha già avuto un approvazione a larga maggioranza da parte della commissione Affari esteri della Camera. Il provvedimento di legge riguarda tutti i datori del lavoro, elencati in ogni categoria: datori di lavoro residenti, domiciliati o aventi la propria sede nel territorio nazionale, società costituite all’estero con partecipazione italiana e datori di lavoro stranieri.


Dal progetto di legge viene prevista un’autorizzazione preventiva per l’assunzione dei lavoratori italiani da trasferire all’estero, che dovrà essere vagliata dai ministeri del Lavoro e degli Esteri; viene inoltre prevista l’istituzione presso il ministero