Marcinelle, Tremaglia nelle miniere del dramma


ROMA.- L’8 agosto il Ministro per gli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia si recherà ancora una volta a Marcinelle, come fa da moltissimi anni, per rendere omaggio ai 262 minatori, 136 italiani e 126 di varia nazionalità, che persero la vita nel rogo della miniera di Bois du Cazier.


La visita della delegazione italiana – il ministro sarà accompagnato anche da una rappresentanza dei sindaci dei Comuni italiani colpiti dalla sciagura – si aprirà con la deposizione di due corone d’alloro presso i monumenti che ricordano gli italiani e i loro compagni di altri Paesi scomparsi nell’incidente minerario. Dopo una sosta al sito del Bois du Cazier, la miniera dove avvenne il rogo oggi trasformata in un museo, Tremaglia si recherà al Centre Espace Meeting Européen dove verranno eseguiti gli inni nazionali e avranno luogo i discorsi ufficiali.


Un dramma, quello che sconvolse Marcinelle nel lontano 1956, che fece improvvisamente scoprire all’Italia di allora il silenzioso sacrificio di tanti emigrati. Connazionali che, per la povertà e la mancanza di lavoro, erano stati costretti a lasciare la terra di origine, nel quadro di un accordo fra il governo belga e il governo italiano che prevedeva, dall’immediato dopoguerra, lo scambio di “uomini-carbone”. Secondo l’intesa per ogni minatore italiano inviato in Belgio – ne dovevano però essere reclutati almeno mille alla settimana con meno di 35 anni ed in buona salute – il nostro Paese si assicurava la fornitura di 200 chili di carbone al giorno. Un accordo della sofferenza culminato in una delle più grandi tragedie del lavoro italiano all’estero che Tremaglia, sin dal suo insediamento, ha cercato di riportare alla memoria del nostro Paese sia con la sue visite sui luoghi della tragedia mineraria – dal 2001 ad oggi il ministro è sempre stato presente alle cerimonie commemorative – sia attraverso il varo di una direttiva, emanata congiuntamente al presidente del Consiglio dei ministri, che ha istituito la “Giornata del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo”. Un ricordo, quello di Marcinelle, che, per Tremaglia, non toglie nulla, ma anzi dà un significato ancora più profondo agli sforzi tenaci compiuti da tanti connazionali all’estero che sono divenuti, nei Paesi dove vivono e lavorano, dei protagonisti in campo sociale, economico, imprenditoriale, nelle professioni, nella ricerca scientifica e nella cultura.