Dal Papa un «affronto» a Lutero. Indulgenze alla Gmg di Colonia


CITTA’ DEL VATICANO – Che Martin Lutero abbia avuto qualche sussulto nella tomba alla notizia diffusa ieri dal Vaticano? La domanda sorge spontanea dopo aver appreso che Benedetto XVI ha disposto l’indulgenza plenaria per quanti parteciperanno alla Giornata mondiale della gioventù di Colonia. Il Papa tedesco, tornando nella sua patria, che è la stessa di Martin Lutero, a quasi cinquecento anni dalla Riforma protestante riafferma la validità per i cattolici delle indulgenze, la cui vendita fu il motivo scatenante della polemica di Lutero contro Roma e dello scisma protestante del 1517.


Un decreto in latino del penitenziere apostolico, cardinale Francis Stafford, stabilisce infatti a nome del Papa l’indulgenza plenaria per quei «fedeli che, con animo distaccato da qualunque peccato, parteciperanno attentamente e devotamente a qualche funzione, durante la XX giornata mondiale della gioventù a Colonia e alla sua solenne conclusione». Agli altri fedeli, «dovunque si trovino» nei giorni della Gmg, viene invece concessa l’indulgenza parziale se, «almeno con animo contrito, chiederanno a Dio, con ferventi preghiere, che i giovani cristiani si rafforzino nella professione della fede, si confermino nell’amore e nel rispetto verso i propri genitori, e si impegnino fermamente a modellare secondo le sante norme del Vangelo e della Madre Chiesa la nuova famiglia che essi stessi formeranno o hanno già formata, oppure la propria vita secondo la vocazione che Dio ha indicato ad ognuno».


L’indulgenza plenaria indica la remissione non dei peccati, ma di tutte le pene che rimangono da scontare, quando le colpe siano già state perdonate. Da un punto di vista storico, le indulgenze derivano dall’istituto medioevale della «commutazione», che introduceva la possibilità di trasformare le dure penitenze allora imposte in pagamenti in denaro. L’indulgenza, che appare nel 1091, richiedeva invece, per sciogliere gli obblighi di penitenza, opere di pubblica utilità come la costruzione di chiese. I papi Alessandro II e Urbano II offrirono ben presto la possibilità di indulgenze plenarie per coloro che partecipavano alla lotta contro i mori e alle crociate. Bonifacio VIII collegò per la prima volta l’Anno Santo del 1300 all’indulgenza plenaria.


Nel XIV secolo si stabilì che il papato potesse disporre di un patrimonio di grazia della Chiesa accumulato tramite la sovrabbondanza dell’opera salvifica. Contro la degenerazione commerciale delle indulgenze si innescò la battaglia di Lutero contro l’arcivescovo Alberto di Magonza nel 1517: da lì partì il protestantesimo. La pratica dell’indulgenza attraverso una sorta di tariffario che prevedeva sconti in mesi ed anni a seconda di questa o quella preghiera, di questo e di quell’atto, rimase in vigore nella Chiesa cattolica fino a quando non fu abolita da Paolo VI nel 1967. Da allora si parla di «indulgenza plenaria» o «indulgenza parziale», senza troppi dettagli.


Benedetto XVI aveva già concesso l’indulgenza plenaria nel messaggio «urbi et orbi» pronunciato il 19 aprile al momento della sua elezione. L’ultima volta in cui il provvedimento era stato concesso da papa Wojtyla, invece, era stata nel gennaio scorso, in occasione dell’anno dell’eucaristia. Con la decisione di ieri, il Papa attribuisce grande significato alla Gmg, visto che l’indulgenza è una delle caratteristiche dei giubilei. E i secoli passati dalla Riforma e il clima ecumenico oggi presente faranno sì che gli eredi di Martin Lutero considerino la decisione di Benedetto XVI con la dovuta indulgenza.