Atr caduto, stanziati 1,5 milioni per ripescare la «scatola nera»


ROMA – Il governo stanzia un milione e mezzo di euro per completare il recupero dei resti dell’Atr 72 precipitato al largo di Palermo, e in particolare delle «scatole nere» del velivolo, in modo da fornire all’autorità giudiziaria tutti gli elementi per far luce sulla vicenda. Lo comunica una nota emessa ieri dalla presidenza del Consiglio, in cui si legge: «Il governo non intende trascurare ogni minima possibilità per contribuire alla individuazione delle cause che hanno provocato una tale sciagura e per concludere positivamente le ricerche dei tre passeggeri che ancora risultano dispersi». E’ stata pertanto adottata «un’ordinanza della protezione civile che possa consentire di proseguire le attività volte alla ricerca dei dispersi e di quelle parti del velivolo Atr-72 non ancora recuperate, in modo che possano essere messe a disposizione dell’autorità giudiziaria per le verifiche e le analisi del caso. Per questo il governo ha stanziato la somma di 1,5 milioni di euro. Tale operazione avrà luogo nel rigoroso rispetto delle misure giurisdizionali assunte e delle iniziative giudiziarie in atto e dovrebbe consentire, nell’arco di una settimana, di poter disporre di tutte le parti mancanti del velivolo».


La nota si sofferma quindi sul valore dimostrato nell’occasione dal personale di protezione civile, vigili del fuoco, forze dell’ordine, guardia costiera, sanità «che, a vario titolo, e nei modi più diversi, si sono prodigati per assicurare aiuto, conforto e assistenza a tutti coloro che sono stati coinvolti nella drammatica vicenda».


Intanto, sul fronte delle indagini, sembra accertato il fatto che nel carburante dell’Atr 72 non vi fosse acqua. La procura di Bari ha infatti acquisto il documento sul quale il pilota Chefik Gharbi, indagato per disastro aereo colposo, attestò dopo il rifornimento fatto a Bari che erano negativi i controlli sul carburante per rilevare la presenza di acqua. Su quel documento, il comandante Gharbi avrebbe scritto di suo pugno la frase «Carburante ok». La procedura di verifica sul carburante, che ricade sull’equipaggio del velivolo, prevede che dopo ogni rifornimento si gettino nei serbatoi dell’aereo delle pastiglie che, in presenza d’acqua, colorano il kerosene, evidenziandone l’adulterazione. Questo controllo, attesta il documento acquisi dal pm Giuseppe Scelsi, è stato fatto e ha avuto esito negativo.