Il petrolio fa paura Superata quota 66


ROMA – Petrolio senza freni. Ieri a New York è stata superata la soglia dei 66 dollari, un altro record assoluto; record assoluto anche al Brent di Londra, dove si è arrivati a 65,47 dollari al barile. Il fattore energia pesa come un macigno sulle prospettive di ripresa dell’economia mondiale, in particolar modo dell’Europa e soprattutto dell’Italia, il cui sistema produttivo è alimentato in grandissima parte dalle importazioni di greggio. Per non parlare dell’impatto sulla vita di tutti i giorni del rincaro della benzina, che ieri, nella penisola, ha registrato, anche lei, un nuovo record: 1,289 euro al litro nei distributori dell’Agip. E da oggi sarà la Erg ad aumentare i propri listini di 1,8 centesimi (prezzo consigliato ai gestori). Senza calcolare l’inevitabile impatto che il caro-carburanti avrà sull’inflazione, le associazioni dei consumatori hanno già calcolato in 600 euro all’anno l’aggravio di spesa per una famiglia italiana dovuto all’aumento della benzina, di luce e gas. Il governo, accusato da più parti di immobilismo di fronte a questa emergenza, ieri, per bocca del sottosegretario alle Attività produttive Mario Valducci, ha promesso per settembre un pacchetto d’urgenza contro il «caro-petrolio». Tra le misure allo studio, nuove accise sui carburanti, diversificazione delle fonti d’energia a favore del meno caro carbone «pulito», incentivi all’uso di metano e gpl per le auto. Naturalmente, per chi sta dall’altra parte della barricata, le cose assumono tutt’altra prospettiva. Secondo i calcoli del quotidiano parigino «La Tribune», la fiammata dei prezzi del petrolio offrirà ai paesi dell’Opec una manna senza precedenti da 560 miliardi di dollari, il 35% in più dell’anno scorso.