Londra, arrestati dieci stranieri


LONDRA – Mentre a Beirut il predicatore integralista islamico Omar Bakri era fermato dalla polizia, dove era giunto nei giorni scorsi dalla Gran Bretagna, nella City dieci stranieri ‘che costituivano una minaccia per la sicurezza nazionale’ erano arrestati in virtù della legge sull’immigrazione. Lo ha detto il ministro dell’interno Charles Clarke.


Il ministro non ha precisato l’identità delle persone arrestate, che dovrebbero essere espulse.


– In virtù del mio potere di espellere gli individui la cui presenza nel Regno Unito non è auspicabile per motivi di sicurezza nazionale – ha detto il ministro -, i servizi di immigrazione hanno arrestato dieci cittadini stranieri che ritengo costituiscano una minaccia per la sicurezza nazionale


Dopo gli attentati del 7 luglio e i falliti attentati del 21 a Londra il governo ha annunciato piani per espellere gli islamici radicali che ritiene incitino a azioni violente e ha firmato una serie di accordi bilaterali con vari Paesi in questo senso.


La Gran Bretagna, ha detto ancora Clarke, pensa dopo mesi di lavoro diplomatico che le persone che verranno espulse non saranno sottoposte, nei Paesi che le riceveranno, a torture o maltrattamenti.


Tra le dieci persone arrestate dalla polizia britannica in vista di una loro deportazione c’è anche il predicatore fondamentalista giordano Abu Qatada, già agli arresti per quasi due anni senza accuse nel carcere di Belmarsh e sottoposto dalla sua scarcerazione a restrizioni negli spostamenti e nelle comunicazioni. Al Qatada è stato condannato all’ergastolo in contumacia in Giordania per il suo ruolo in una serie di attentati. Il suo arresto è stato confermato dal suo avvocato Gareth Peirce, che ha aggiunto che nel gruppo delle persone fermate dai servizi dell’immigrazione e dalla polizia ci sono altri ex detenuti di Belmarsh.


L’ex ministro dell’Interno David Blunkett ha descritto in passato Abu Qatada come il principale predicatore estremista presente negl Regno Unito. Per Blunkett, il giordano aveva ‘contatti ramificati con figure di spicco del terrorismo internazionale’, compresi esponenti di Al Qaida.