Iraq, iniziato il ritiro italiano. Tornati in patria 130 «marò»


ROMA – Comincia a calare il contingente italiano in Iraq. Il 5 agosto scorso sono rientrati in Patria circa 130 fucilieri del reggimento San Marco della Marina Militare, che non sono stati sostituiti. «I fucilieri di Marina – ha spiegato il portavoce del contingente, colonnello Fabio Mattiassi – sono rientrati, come previsto, dopo quattro mesi trascorsi a Nassiriya. Al momento – ha aggiunto – non è arrivato dall’Italia alcun rimpiazzo, ma non è detto che presto non arrivino nuovi militari a sostituire i marò». Da settembre, aveva annunciato nello scorso luglio il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, 300 militari italiani lasceranno Nassiriya. Attualmente il contingente in Iraq è di 3.190 uomini e donne. Era stato il ministro della Difesa, Antonio Martino, pochi giorni fa a ribadire che «l’Italia, in consultazione con i partner della coalizione e con il governo iracheno, svilupperà le necessarie strategie per una graduale diminuzione dell’impegno militare, a vantaggio di un progressivo impegno civile». Ed i primi ad abbandonare Nassiriya, sono stati i marò del San Marco, che hanno operato alle dipendenze della brigata interforze italiana svolgendo attività di controllo del territorio, vigilanza e difesa di siti di particolare interesse, ordine pubblico, scorte ai convogli, distribuzione di aiuti umanitari, sequestro si armi e munizioni. La presenza del San Marco in Iraq continua ad essere assicurata da un nucleo di specialisti di telecomunicazioni satellitari e di ufficiali impegnati negli staff nazionali ed internazionali. Sempre nei giorni scorsi, il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, aveva spiegato che con il ritiro di 300 unità «nella sostanza non cambia il nostro impegno nell’area. Si tratta di una riconfigurazione limitata del contingente: 300 uomini vuol dire il 10% in meno, in coerenza con la situazione dell’area e col sempre maggiore incremento delle capacità delle forze di sicurezza irachena che operano nel nostro settore». L’addestramento degli iracheni, aveva poi rilevato l’ammiraglio, «procede bene ma non è terminato. Dobbiamo completare un processo di formazione di un migliaio di poliziotti mentre per quanto riguarda l’esercito iracheno dopo avere concluso l’addestramento del primo battaglione, stiamo ora lavorando sul secondo: il reclutamento di circa mille persone dovrebbe cominciare alla fine dell’estate».