L’ultimo messaggio “sms”: “Addio cugino, ci stiamo congelando”


NICOSIA – Un Boeing 737 della Helios, una compagnia aerea ‘low cost’ cipriota, decollato con 121 a bordo dall’aeroporto di Larnaca con destinazione Praga, si è schiantato ieri, poco prima di uno scalo ad Atene, contro una collina nella penisola di Euboea, circa 40 km a nord della capitale greca. Non vi sono stati superstiti.


Poco prima che si interrompessero i contatti radio con la torre di controllo dell’aeroporto di Atene, il comandante aveva segnalato problemi in cabina al sistema di ossigeno.


Uno dei passeggeri era riuscito a inviare con il telefono cellulare un messaggio ‘sms’ a un cugino:


“Il pilota ha il volto paonazzo. Addio cugino, qui ci stiamo congelando”.


Due caccia F16, anche per timore di eventuali atti terroristici che al momento – anche alla luce dei primi rilevamenti – vengono comunque esclusi dalla polizia, si erano alzati in volo e avevano affiancato l’aereo. Dai caccia era stato notato che nessuno pilotava il velivolo. Uno dei piloti era accasciato nel suo sedile. L’altro non si vedeva e forse giaceva a terra svenuto. Il Boeing si è schiantato in una località, Grammatiko, non lontana dall’aeroporto di Atene ma fortunatamente disabitata e di facile accesso. I soccorsi sono potuti giungere rapidamente e hanno trovato l’aereo smembrato e in fiamme. Molti i cadaveri e nessun sopravvissuto localizzato. Il numero del volo era HCW 502, un volo di linea che veniva effettuato quattro giorni alla settimana.


A parecchie ore, ormai, dallo schianto del Boeing 737-300 della compagnia cipriota Helios Airways, ancora mistero fitto sulla causa che può aver provocato il disastro, il più grave nella storia dell’aviazione civile greca e il primo in assoluto negli oltre 60 anni dell’aviazione civile cipriota. Ciò che più lascia interdetti gli esperti sono le anomale modalità dell’incidente, tra cui la morte – apparentemente quasi contemporanea – dei piloti e dei passeggeri ed il fatto che l’aereo abbia volato per ore senza contatti radio con la torre di controllo di Atene sino a precipitare, ormai senza carburante, su un’impervia zona montagnosa a nord della capitale greca.


La prima ipotesi avanzata da esperti greci alle Tv elleniche parlava di una probabile, improvvisa depressurizzazione del velivolo, che poteva aver causato l’ altrettanto improvviso svenimento del comandante e del suo secondo, e quindi la perdita di controllo manuale dell’aereo, che avrebbe proseguito nella rotta – a 35.000 piedi d’altitudine (circa 10.000 metri) – preimpostata dal computer di bordo sul pilota automatico. Ma un’eventuale depressurizzazione non avrebbe dovuto prendere di sorpresa entrambi i piloti, che hanno una maschera ad ossigeno sotto i loro sedili, ed impedire loro di trasmettere un SOS. Anomalo anche il fatto della mancanza di contatti radio: esclusa la possibilità di un guasto (le radio a bordo sono tre), non rimane altro che pensare che i piloti non abbiano potuto o non abbiano avuto il tempo di lanciare un segnale d’allarme.


Dopo questa prima possibilità, è stata avanzata l’ipotesi che dal sistema di condizionamento dell’aria del velivolo, che (come si è appreso in un secondo tempo) in passato aveva dato molti problemi, si fossero sprigionati gas tossici letali per i passeggeri e l’equipaggio. Questo avrebbe potuto spiegare la morte quasi contemporanea di tutti coloro che erano sull’aereo: ma nel sistema di condizionamento non circolano gas così tossici nè tantomeno letali. Neanche mezz’ora dopo, radio e tv greche rilanciavano la terza possibile ipotesi alla base dello schianto: un improvviso guasto al sistema di condizionamento dell’aria, che avrebbe provocato un brusco abbassamento della temperatura e il congelamento di tutti coloro che erano a bordo. A dare consistenza a tale possibilità c’erano due messaggi Sms che – a detta di una Tv greca – un cipriota avrebbe ricevuto sul proprio cellulare da un suo cugino a bordo dell’aereo.


‘’Un pilota è cianotico dal freddo, l’altro è svenuto’’, era scritto nel primo messaggio. E nel secondo, pochi minuti dopo, “Addio cugino, qui stiamo congelando’’. Ma neanche quest’ipotesi aveva lunga durata e dopo un po’ c’è stato chi – sempre da Atene – ha avanzato l’idea che a bordo dell’aereo della Helios si fosse verificato un tentativo di sequestro o un atto di terrorismo, magari di matrice islamica. Ma, anche in questo caso, non appariva chiaro chi e perchè avrebbe dovuto colpire un aereo civile di Cipro, Paese da sempre in ottimi rapporti con il mondo arabo, e anche tale ipotesi è stata presto messa da parte. A fine giornata, quindi, e con inchieste avviate sia in Grecia sia a Cipro per accertare le cause dell’incidente, il vero motivo che ha fatto precipitare il Boeing 737 della Helios è ancora avvolto dal mistero.