Terrorismo, controlli a tappeto sugli islamici

ROMA – Seduti a Ferragosto attorno a un tavolo del Viminale, i vertici dell’intelligence e delle forze dell’ordine hanno consegnato al ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu e al sottosegretario Gianni Letta, un’analisi che lascia poco spazio all’ottimismo: “Permane elevato il rischio di un attentato terroristico nel nostro Paese”.


Non ci sono informative attendibili e precise, ma il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza convocato lunedì scorso ha fatto una valutazione approfondita della minaccia terroristica di matrice islamica, indicando un pericolo quanto mai incombente. Valutazioni che rispecchiano quelle del Casa (Comitato di analisi strategica antiterrorismo), che nell’ultimo semestre ha esaminato ben 141 segnalazioni di minaccia, 108 delle quali hanno riguardato valutazioni di minacce specifiche, con un significativo aumento rispetto al numero delle segnalazioni esaminate nell’anno precedente. Gli attentati di Madrid dell’11 marzo 2004 e di Londra del 7 luglio scorso hanno confermato le rilevanti capacità organizzative dei terroristi che hanno attaccato contemporaneamente i sistemi di comunicazione urbana. E’ questo lo scenario che preoccupa i responsabili della sicurezza italiani, così come il salto di qualità della propaganda jihadista contro l’Italia registrato ultimamente.


E di fronte al rischio elevato di attacco, l’azione promossa dal ministro Pisanu si muove su due fronti: quello della prevenzione, anche con il ricorso al nuovo pacchetto di norme approvato prima della pausa estiva e con operazioni mirate nei luoghi di aggregazione di musulmani; e quello dell’efficace gestione dell’emergenza, nell’ipotesi si verifichi un attentato: da settembre partirà così un programma di esercitazioni che riguarderà diverse aree del Paese. Due le grandi operazioni che dopo gli attentati di Londra del 7 luglio hanno riguardato ambienti islamici. La prima, lo scorso 13 luglio, ha portato a 201 perquisizioni in 50 province nei confronti di 241 stranieri contigui ad ambienti radicali islamici. In questo ambito è stata avviata la procedura di espulsione per gravi motivi di ordine e di sicurezza pubblica nei confronti di alcuni soggetti considerati particolarmente pericolosi perché organici agli ambienti islamici piú estremisti.


L’ultima operazione è stata fatta il 12 e 13 agosto scorsi. Nel mirino di polizia, carabinieri e finanzieri call center, internet point, macellerie islamiche ed attività di money transfer. Sono state controllate 7.318 strutture e identificate 32.703 persone. Gli arresti sono stati 141, due dei quali ai sensi della nuova normativa sul possesso di documenti falsi. Altre 426 persone sono state denunciate per reati vari. Sono state inoltre avviate 701 procedure di espulsione ed elevate 325 contravvenzioni nei confronti di gestori di call center, internet point e money transfer.


Il Comitato ha espresso una valutazione positiva sulla prima applicazione di alcune delle nuove norme antiterrorismo, utilizzate anche per l’arresto di Hamdi Issac, l’etiope coinvolto nei falliti attentati del 21 luglio: specie quelle sull’arresto per il possesso di documenti falsi ed i colloqui investigativi. Sul rendimento delle nuove norme e su eventuali correttivi che si rendessero nel frattempo necessari, Pisanu riferirà alle Camere a settembre. Ieri invece, il ministro ha firmato i primi tre decreti attuativi del pacchetto: riguardano l’obbligo per i titolari degli internet point di acquisire i dati anagrafici dei clienti; i limiti alla commercializzazione, trasporto ed impiego di esplosivi; il nulla osta del questore per le attivita’ di addestramento al volo.