Sassi dal cavalcavia, i sindacati: “Autostrade investa in sicurezza”

ROMA – Occhi elettronici per controllare i cavalcavia autostradali e squadre di vigilantes lungo tutta la rete a pedaggio. E’ la ricetta dei sindacati contro l’incubo dei sassi gettati dai cavalcavia. “Con il pagamento del pedaggio deve essere garantita più sicurezza” dicono tirando direttamente in causa direttamente le società concessionarie delle autostrade. E una parte degli utili macinati dalle concessionarie, che godono di incrementi sottoposti ad automatismi previsti dagli accordi, devono essere reinvestiti in sicurezza, contro il ritorno dell’incubo dei sassi. Una ricetta “di facile impiego”, secondo la Cisl, per incrementare la sicurezza del viaggiare sulle autostrade a pedaggio. “E la questione sicurezza – afferma Marino Maulucci, coordinatore nazionale Fit Cisl – deve essere compresa a pieno titolo nella lista dei parametri di qualità dei servizi, necessari per determinare la quota di incremento dei pedaggi che scatterà come previsto dalle convenzione, il prossimo gennaio per quanto riguarda Autostrade”.


Solo a fronte di un innalzamento dei livelli di sicurezza – è in sostanza la proposta sindacale – potrà scattare un miglioramento dell’aumento tariffario. E le imprese autostradali dovranno dedicare una piccola quota dei loro utili al miglioramento della sicurezza e all’installazione di circuiti di videosorveglianza. “Tra i criteri non può esserci solo la velocizzazione dei transiti ai caselli, ma anche più sicurezza – dice Maulucci – anche attraverso una maggiore vigilanza contro i teppisti dei cavalcavia. E’ giusto che con il pagamento del pedaggio si possa contare anche su un maggior livello di sicurezza”.


La proposta del sindacato è diretta alla compilazione dei requisiti di qualità necessari previsti dall’atto aggiuntivo della convenzione tra Anas e società autostradale. La lista dei requisiti che vanno ad incidere sulla quota finale di incremento tariffario, è ancora in via di definizione tra Anas, ministero delle Infrastrutture, società concessionarie e associazioni dei consumatori. Due le linee di intervento suggerite dal sindacato guidato da Savino Pezzotta. “L’ impiego di un numero di dipendenti delle società autostradali, attraverso corsi di formazione ad hoc, per effettuare servizi di pattugliamento e vigilanza lungo la rete a pedaggio. Oltre a servire da elemento deterrente, la figura del vigilantes autostradale, prevista tra l’altro da un protocollo d’intesa sottoscritto dal ministero dell’Interno e Aiscat 5 anni fa, ha il vantaggio – prosegue ancora il dirigente della Fit – di essere di ausilio alla polizia stradale. Lo stesso personale poi può essere messo in sala radio a controllare la rete di telecamere allestita sui cavalcavia”.


Il secondo intervento suggerito dalla Fit Cisl riguarda infatti l’installazione di una capillare rete di telesorveglianza a protezione degli obiettivi sensibili; e alcuni occhi elettronici possono anche essere “finti”, cioè semplici simulacri di telecamere, perché rappresenterebbero comunque un fattore di deterrenza. Il ricorso agli occhi elettronici “finti”, precisano i sindacalisti, è già stato suggerito dalla polizia. “I soli interventi tangibili – ricorda Maulucci – contro i lanciatori di sassi, sono stati finora l’installazione delle reti di protezione e la numerazione dei cavalcavia. Di fronte alla nuova emergenza, ora bisogna fare di più”.


 


Le indagini


Gli inquirenti ostentano fiducia circa l’imminente individuazione di coloro che, la notte tra venerdì e sabato, hanno lanciato un masso sulla A1, provocando un incidente mortale. Da una rosa iniziale di 25 nomi le indagini avrebbero ulteriormente affinato la selezione dei sospetti a 4-5 persone. Secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, un gruppetto di giovani, forse 4-5 ragazzi, avrebbe prelevato il masso dall’argine della strada a pochi metri dal cavalcavia e lo avrebbe gettato giù sull’asfalto senza rendersi conto, forse perché ubriachi, della pericolosità del gesto. Poi i responsabili sarebbero fuggiti. Ieri il masso è stato sottoposto agli esami della scientifica, alla ricerca dei resti di eventuali impronte digitali. “C’è il massimo impegno degli investigatori per individuare quei folli che hanno provocato la disgrazia sull’autostrada” ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Cassino, Gianfranco Izzo, il quale ha aggiunto che per ora il reato ipotizzato è quello di omicidio volontario ma che potrebbe diventare anche di tentata strage perché chissà cosa sarebbe accaduto “se in quel momento, di notte, fossero transitate più auto insieme e magari anche qualche camion a tutta velocità”.