Anche un italiano tra le vittime dell’MD-82

CARACAS – C’è anche un italiano tra le 160 vittime del disastro aereo dell’MD-82 della West Caribbean Airways. Si chiamava Davide Scaglioni, era originario di Aosta ma risiedeva da dieci anni in Martinica. L’accertamento è stato effettuato dall’unità di crisi della Farnesina insieme alle autorità francesi.


L’agenzia giornalistica Ansa ieri ha raggiunto telefonicamente la signora Renata Scaglioni, 82 anni, zia di Davide, l’unica sua parente ancora residente ad Aosta. La signora Scaglioni ha riferito di essere stata avvisata della morte del nipote da una funzionaria della Farnesina, che già oggi sarà in Martinica, dove risiede anche il fratello della vittima, Marco. “Davide e suo fratello si sono trasferiti in Martinica una decina di anni fa e da allora non ci siamo più sentiti” ha spiegato l’anziana donna, che non ricorda con precisione quanti anni avesse il nipote. “All’incirca 35”, ha detto.


Ieri la West Caribbean Airways, la cui sede è in Colombia, ha comunicato la sospensione di tutti i voli. Ne ha dato notizia Radio Caracol di Bogotà. La misura appare una logica conseguenza di quanto accaduto; l’emittente ha ricordato che la West Caribbean possedeva otto aerei, tre MD-80 e cinque Let-410, e che sei di essi erano già fermi per subire lavori di manutenzione. Dei due che volavano, uno è l’MD-82 schiantatosi ieri in Veenzuela, nella Sierra de Perijá. L’altro, uno dei Let-410, è stato bloccato ieri a tempo indefinito. A quanto si è appreso avrebbe dovuto partire per un volo su una tratta simile a quella dell’aereo caduto in Venezuela, ma la compagnia ha comunicato ai passeggeri che saranno trasferiti ai voli di altre compagnie.


Si annuncia intanto particolarmente difficile e penoso il lavoro di recupero e identificazione delle vittime. Come illustratoci dal console generale di Maracaibo, Guido Bilancini, i corpi sono stati devastati nello schianto, avvenuto ad elevata velocità, e dalle intemperie. L’aereo è precipitato in un acquitrino, e nella zona ha piovuto quasi ininterrottamente per 24 ore. Il consolato italiano di Maracaibo sta collaborando strettamente con le autorità francesi, che nella città non dispongono di una loro rappresentanza. Con altre istituzioni come anche il consolato colombiano, l’ente italiano ha offerto il proprio appoggio ai funzionari transalpini e ai parenti delle vittime che arriveranno nella zona. Tra le autorità francesi attese qui a Maracaibo, ha rivelato il console Bilancini, vi è anche una squadra di investigazione medico-legale, che procederà all’identificazione dei corpi mediante l’esame del Dna, forse l’unico metodo, a questo punto, per dare un’identità ai cadaveri.

Per quanto riguarda le cause del disastro, gli inquirenti brancolano ancora nel buio. In particolare resta un mistero la quasi contemporanea avaria dei due motori, un incidente considerato dagli esperti abbastanza insolito (nel recentissimo caso dell’Atr 72 caduto al largo della Sicilia, un tale evento è stato definito “quasi impossibile”). L’autorità aeronautica colombiana, tramite il suo responsabile Carlos Eduardo Montalegre, ha escluso che al velivolo non bastasse il carburante perché ne aveva imbarcato 34.000 libbre, sufficienti per quattro ore di volo (la tratta da coprire ne richiedeva solo tre). Al riguardo Montalegre ha precisato che “lunedì notte i nostri ispettori di Rionegro hanno controllato minuziosamente l’aereo prima che partisse per Medellin”. Restano però agli atti gli inquietanti precedenti della WCA. Il 5 gennaio l’autorità dell’aviazione civile colombiana aveva comminato alla West Caribbean una multa di quasi 40.000 euro per il mancato rispetto di 14 norme del codice di volo, fra cui mancanza di manutenzione e di formazione del personale. Il 26 marzo scorso un altro apparecchio della compagnia aveva fallito il decollo schiantandosi su una collina e uccidendo 8 delle 14 persone che erano a bordo. Al riguardo il capitano Alberto Padilla, presidente dell’Associazione colombiana dell’aviazione civile (Acac), ha rivelato ieri di aver ripetutamente avvertito le autorità aeronautiche del Paese sui rischi in materia di sicurezza di alcune compagnie aeree, ed in particolare della West Caribbean. Padilla ha ricordato che nel precedente incidente che ha riguardato la West Caribbean, “il velivolo ha perso un motore a tre piedi di altezza ma per il fatto di non avere uscite di sicurezza, è morta molta gente. E ancora stiamo aspettando i risultati delle indagini”.