Benzina, allarme-prezzi. Verde oltre gli 1,3 euro

ROMA – La benzina ha sfondato sulle strade italiane la soglia psicologia delle 2.500 lire del vecchio conio segnando il record di 1,292 euro al litro nei distributori della Q8. Ma il carburante, in autostrada, ha già segnato un nuovo primato, infrangendo quota 1,3 euro per litro. In virtù dei differenziali previsti per gli impianti autostradali, fino a 8 centesimi di euro in più, sulle grandi arterie, così come in alcune tangenziali, un pieno di un’auto di medio-alta cilindrata – proprio nel momento clou dell’estate con milioni di automobilisti in viaggio tra esodo e controesodo – vola così a 65 euro. Vale a dire circa 8 euro in più di quanto era necessario spendere solo un anno fa, a cavallo del Ferragosto 2004.


Ma il caso delle autostrade non è l’unico in cui sono previste maggiorazioni di prezzo: dai distributori notturni assistiti dal gestore agli impianti localizzati in zone dove i rifornimenti sono disagiati, da alcune province alle isole minori o ad alcune località montane è infatti già possibile trovare un prezzo della senza piombo ben sopra la soglia psicologica degli 1,3 euro al litro. I differenziali variano infatti, da situazione a situazione, da un minimo di 0,003 euro in più del prezzo medio di vendita consigliato dai gestori alle compagnie a un massimo che può arrivare a 0,015 euro al litro negli impianti di alcuni marchi situati nelle isole minori, come Ischia. In una stazione di servizi notturna con il gestore presente, un litro di verde può, ad esempio, costare già oggi 1,301 euro mentre a Forio d’Ischia lo stesso litro, anche di giorno, arriva a 1,306 euro. Con punte in Regioni quali la Campania ed il Molise dove sono in vigori differenziali decisi dagli enti locali in seguito al taglio dei trasferimenti nazionali per la sanità: un incremento dell’accisa che ha portato prezzi al consumo ad essere più alti di 0,030 euro rispetto a quelli consigliati dalle compagnie ai propri gestori nel resto d’Italia. Con il risultato che un litro di verde può così arrivare oggi a 1,322 euro.


 


I consumatori: “Un salasso per chi usa l’auto”


ROMA – E’ giunto il momento che il governo operi concretamente per calmierare i prezzi dei carburanti dopo anni di promesse. E’ l’appello lanciato dalle associazioni dei Consumatori (Adoc, Codacons, Adusbef e Federconsumatori) che in un comunicato congiunto chiedono al governo “manovre congiunturali e strutturali immediate”. Gli aumenti dei prezzi del carburante comporteranno – si legge nella nota – un “aggravio annuo per i singoli cittadini di circa 270 euro/anno solo per l’utilizzo del proprio automezzo, ma anche per le ricadute che questi aumenti avranno su una serie di servizi e di prodotti che utilizzano le famiglie a partire dal riscaldamento che costerà oltre 140 euro all’anno in più ed elettricità e gas per 70 euro all’anno”. Devono fare riflettere – continua la nota – “le ricadute che il prezzo del petrolio avrà sulle imprese. Gli aumenti si ripercuoteranno su: un aumento dei costi di trasporto, un aumento dei costi dell’energia e un aumento molto forte della materia prima per la produzione di beni e manufatti (plastiche, vernici, detersivi)”. “Il governo – spiega Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori – ha aumentato l’accisa per tre volte di quattro centesimi dal 2002 al 2005. Ribadiamo che le accise si possono bloccare”.


Sul fronte dell’oro nero, ieri le quotazioni sono andate in altalena: dopo un’apertura in ribasso, i futures sono tornati a schizzare dopo i dati sulle scorte americane, peggiori delle attese, per poi tornare a perdere terreno con il Brent, il greggio di riferimento europeo, che si è riportato sotto quota 64 dollari al barile ed il greggio americano sotto i 65 dollari al barile dopo il record di 67,10 dollari di qualche giorno fa.


 


I petrolieri: “Noi possiamo fare ben poco”


ROMA – “E’ allarme” sul fronte dei prezzi dei carburanti. Ma da parte delle compagnie gli spazi di intervento per contenere i prezzi sono limitati, “possono fare poco”. “Oltre a frenare i rincari diluendo nel tempo, come stanno facendo da mesi, il trasferimento dei rialzi internazionali sui prezzi al consumo, non possono fare”. Pasquale De Vita, presidente dell’Unione Petrolifera, in un’intervista concessa all’agenzia Ansa torna così sull’emergenza caro-carburanti dopo il nuovo record segnato dal prezzo della benzina nei distributori italiani. “Gli spazi di intervento sono pochi di fronte a questo incalzare delle quotazioni internazionali”, ribadisce il presidente dei petrolieri, ricordando che l’unica carta da giocare resta quella fiscale, in mano al governo. “Sono saltati gli schemi ed è andato tutto fuori scala”, prosegue De Vita riferendosi all’andamento delle quotazioni internazionali del petrolio e delle materie prime. “Ormai la corsa del barile è all’inseguimento di sempre nuove quote da superare. Ogni previsione, in questo momento, non ha alcun senso”. I motivi di questa escalation – ammette – “non si capiscono”, una circostanza che porta a considerare “fuori controllo” i mercati internazionali. E’ vero che la domanda di petrolio è enormemente cresciuta in questi ultimi anni, a causa delle richieste energetiche dei Paesi emergenti, Cina in testa. Ma i numeri che si vedono in questi giorni, sostiene De Vita, “non sono giustificabili” perché “la disponibilità di prodotto c’è”. Dunque “sicuramente c’è speculazione” sui mercati internazionali, che trova spazio nella “grande incertezza” che domina gli operatori. Operatori che non sono più solo le “major” petrolifere degli anni passati ma anche soggetti finanziari come fondi e broker.