Per Monti sono quattro i punti chiavi per la riforma


ROMA – Un organo collegiale in cui il ruolo del presidente sia autorevole ma non esclusivo e nomine a termine per i tutti membri – incluso il governatore – sono alcuni dei provvedimenti da cui una riforma di Bankitalia non può prescindere, secondo l’ex commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti.


– Modifica dell’assetto proprietario; organo collegiale dotato di poteri, pur con posizione autorevole da parte del suo presidente o governatore; nomina a tempo determinato per tutti i membri di quell’organo, incluso il presidente; revisione dell’attribuzione delle competenze tra Banca d’Italia, Consob e l’Autorità garante per la concorrenza – sono i quattro punti per una riforma illustrati da Monti in un’intervista a La Stampa.


Secondo l’ex commissario Ue – considerato da alcuni un possibile successore di Antonio Fazio alla guida di Bankitalia – i punti della riforma sono ormai oggetto di un “ampio consenso”, almeno presso coloro che sono rimasti fuori dal “gioco delle parti” pro o contro il governatore, “uno dei punti più bassi della vita italiana di questi anni”.


Sulla vicenda di Fazio, finito al centro di una bufera per i sospetti di un suo comportamento non imparziale sui tentativi di scalata ad Antonveneta e Bnl, Monti rileva un difetto di prudenza nel comportamento del governatore.


– Sarei stato molto più attento a non prestare il fianco, nella sostanza e nella forma, alla minima impressione di parzialità – ha detto.


Commentando le vicende finanziarie al centro dello scandalo, Monti ha detto che esse, “spacciate per ‘difesa dell’italianità’, hanno offeso l’Italia, rendendola oggetto di derisione nel mondo”.


Il tentativo di Bpi di acquistare Antonveneta è stato presentato talvolta come uno sforzo di mantenere italiana la proprietà dell’istituto di credito, difendendolo dalle mire dell’olandese Abn Amro.


Tali vicende, ha aggiunto Monti, “hanno anche mostrato quanto sia difficile nel nostro paese progredire verso una moderna economia di mercato”.