Uno sguardo scientifico sull’emigrazione


Occhieppo Superiore. Sono stati presentati presso la sede dell’Ecomuseo Valle Elvo e Serra gli ultimi tre volumi pubblicati dal Gruppo di Ricerca sull’emigrazione. Il progetto quinquennale, che dovrebbe concludersi il prossimo anno, ha visto la partecipazione di un gruppo di ricercatori volontari, provenienti da 15 Comuni della Valle Elvo e Serra. Referenti scientifici del gruppo sono Maurizio Vaudagna, dell’Università del Piemonte Orientale, e Simone Cinotto, dell’ateneo torinese.


I primi due volumi della collana – spiega dall’Ecomuseo Roberto Favario – pubblicati nell’agosto dello scorso anno, comprendono una serie di interviste ad emigrati dei paesi della Valle Elvo e Serra.


Il terzo volume, cui egli stesso ha collaborato, è invece un «dizionario biografico degli emigrati»: tramite ricerche d’archivio e testimonianze dirette, si è cercato di catalogare il maggior numero possibile di persone, raggiungendo un risultato complessivo di 3000 schede per 6000 nomi.


Il quarto volume, dal titolo «Villaggi globali: fonti, soggetti e pubblico della storia locale dell’emigrazione», è stato curato in prima persona da Simone Cinotto, che ha invitato presso l’Ecomuseo docenti universitari ed esponenti della cultura accademica, per creare una sorta di «corso di formazione» sul tema della diaspora locale . Cinotto ha poi riunito i diversi interventi nel volume, scrivendone in prima persona la prefazione e cercando di fornire alla raccolta un senso logico e un filo conduttore.


Il quinto ed ultimo volume sinora pubblicato si presenta anch’esso come raccolta di saggi di autori diversi, esponenti del giornalismo locale come Corradino Pretti e Mariella De Bernardi, o dell’ambiente accademico, come il ricercatore torinese Federico Luisetti. Il libro, dal titolo significativo «Segni di identità», ripercorre «alcuni elementi singoli che comparivano nelle interviste raccolte nei primi due volumi» quali diversi punti di osservazione del fenomeno migratorio.


Tra le tematiche affrontate ci sono la lingua e i problemi inerenti alla comunicazione; l’ emigrazione politica nel periodo tra fine Ottocento e l’avvento del fascismo; la religione e il mantenimento della fede originaria e delle consuetudini cultuali e devozionali; il cibo, le abitudini culinarie fra tradizione e innovazione; la famiglia e il suo ruolo nell’emigrazione; il lavoro e la «professionalità specifica» degli emigrati locali, soprattutto nel settore dell’edilizia; il ritorno, la nostalgia per il paese di origine e in alcuni casi l’effettivo rientro.


Il progetto di ricerca prevede la realizzazione di un ultimo libro, di cui non si conoscono ancora nè il titolo, nè l’argomento specifico, ma che sarà probabilmente «un pout-pourri di elementi dei quali non si poteva fare un libro specifico». E’ prevista infine una mostra conclusiva, di fotografie, ma anche «oggetti, documenti» degli emigrati: elementi materiali e testimonianze pratiche di vita vissuta a fornire uno sguardo concreto sul fenomeno migratorio.


A fine anno dovrebbe inoltre sorgere, presso il Comune di Donato, un Centro di Documentazione per l’Emigrazione, cui saranno annesse una biblioteca e una cineteca.