Italia unico paese industrializzato con crescita negativa


Roma – L’Italia sarà l’unico Paese industrializzato a registrare una crescita negativa del Pil nel 2005, con un decremento dello 0,1 per cento. A certificare la notevole eccezione rappresentata dal Belpaese rispetto a un contesto internazionale di diffusa espansione, con un aumento massimo (+9 per cento) che verrà registrato dalla Cina, è il settimanale britannico The Economist che, nell’ultimo numero in edicola, ha aggiornato le sue previsioni comparative, per i Paesi più ricchi e per gli emergenti.


L’economia italiana, dopo la crescita negativa dello 0,1 per cento dovrebbe risalire a quota +1,2 per cento nel 2006, con un incremento che sarà comunque inferiore a quello previsto per Eurolandia (1,7 per cento che seguirà l’1,3 per cento di quest’anno). In Europa da segnalare anche il basso ritmo di crescita previsto per i Paesi Bassi (+0,4 per cento e +1,5 per cento) e per la Svizzera (+0,8 per cento e +1,5 per cento), mentre i battistrada saranno ancora una volta la Spagna (+3,1 per cento e + 2,8 per cento e il Regno Unito (+2,1 per cento in entrambe le annate). Per non parlare delll’alto ritmo di crescita previsto per i Paesi di nuovo ingresso nell’Unione, con buone performance previste per Repubblica Ceca, (+4,2 in entrambi gli anni), Ungheria (+3,7 per cento in 2005 e in 2006) e Polonia (+3,6 per cento e + 4 per cento). Al galoppo anche l’economia russa, (+5,9 per cento e +5,5 per cento) e quella turca (+4,9 per cento e +4,6).


Dall’altra parte dell’Oceano spicca la previsione degli Stati Uniti, che registreranno nel 2005 una crescita del 3,6 per cento per rallentare solo marginalmente al +3,3 per cento. Tra i paesi emergenti la leadership della crescita spettera’ ancora alla Cina (+9 per cento quest’anno e +8,1 per cento nel 2006), seguita dall’India (+6,8 per cento e +6,9 per cento).