Terremoto a Roma e nel Lazio

ROMA – Alle 14.02 di ieri, una scossa sismica della durata di dieci secondi ha investito Roma e, ancora più sensibilmente, le vicine località litoranee, in particolare Ostia, Lido dei Pini, Ardea, Tor San Lorenzo. La magnitudine del terremoto è stata misurata in 4,5 gradi della scala Mercalli; l’epicentro è stato localizzato in mare, a 15 chilometri dalla costa laziale, di fronte ai comuni di Anzio e Lavinio. Ad Anzio si sono verificate scene di panico, con moltissime persone che hanno abbandonato case e uffici per riversarsi in strada. Paura anche sulle spiagge, dove i bagnanti si sono alontanati dal mare nel timore di un eventuale effetto-tsunami.


Per fortuna, a tanto timore sembra non abbia corrisposto alcun danno. Anche quella che in un primo momento era sembrata l’unica vittima dell’evento, un anziano morto ad Ardea il cui cadavere è stato rinvenuto ai piedi di una scala su cui era salito per fare riparazioni al tetto della propria abitazione, si è poi scoperto non avere nulla a che fare con il sisma; l’uomo sarebbe deceduto prima che questo si verificasse. Anche per case e monumenti sembra non ci siano state conseguenze; sono stati immediatamente disposti sopralluoghi sui siti d’interesse storico, in particolare il Colosseo, e non è stato riferito di alcun danno. Anche nelle località più vicine all’epicentro del terremoto, a ieri non si ha notizia di danni rilevanti. Da Lavinio è stato riferito soltanto della caduta di alcuni cornicioni. Sembra sia andata peggio ad Anzio, dove sono state segnalate alle autorità lesioni agli edifici quali crepe e distacco delle scale. Anche in queste località, comunque, non è stato riferito di alcun danno ai monumenti.


A spiegare come mai scosse tanto forti non abbiano sortito gravi effetti distruttivi ci hanno pensato gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Il professor Enzo Boschi, intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato che in realtà si è trattato di un terremoto di piccola entità, e che le onde sismiche sono state avvertite dalla popolazione come particolarmente violente perché il suo epicentro è stato “assai vicino alla superficie”. Va comunque sottolineato, aggiunge il professor Boschi, che la scossa di ieri è stata per la zona Anzio-Lavinio la più violenta negli ultimi vent’anni, da quando cioè è stato attivato l’Istituto.


 


I PRECEDENTI


La credenza popolare è che Roma sia immune da terremoti, come dimostrerebbe la permanenza nella città eterna di monumenti vecchi di duemila anni. In sostanza, ciò è vero. Nondimeno, può capitare di avvertire nella capitale scosse di terremoto provenienti, in genere, dalla zona dei monti Tiburtini, considerata ad elevata densità sismica, dove comunque si verificano eventi a bassa intensità che mai sono arrivati a recar danno alla città.


Nella storia recente, si ricordano le seguenti date:


5 novembre 1997: alle 21,25, si registra una scossa fra il terzo e il quarto grado della scala Mercalli nella zona a nord-est di Roma, fra Tivoli, Vicovaro, Castel Madama e Palombara Sabina, avvertita distintamente nelle abitazioni. Alle 3,20 della notte successiva replica del quinto grado nella stessa area, sentita anche nelle zone meridionali e orientali della città, dall’Eur al Nomentano. Si tratta di uno dei maggiori sismi registrati negli ultimi due secoli.


6 gennaio 1998: una scossa di lieve entità movimenta il giorno della Befana. Il sisma ha un’intensità del terzo-quarto grado Mercalli, e viene sempre maggiormente avvertito nella zona dei Monti Tiburtini. I centri più coinvolti sono Tivoli, Guidonia, Setteville e San Gregorio da Sassola.


11 marzo 2000: una nuova scossa del quinto-sesto grado della scala Mercalli colpisce la capitale poco dopo le 11,30. L’epicentro è sempre nella zona dei Monti Tiburtini, a sud est di Roma, i comuni più vicini Cervara di Roma e ancora Rocca Canterano. In questo paese, quattrocento persone sono costrette a trascorrere la notte fuori casa; altre ottanta persone passano la notte all’addiaccio a Cerreto. Nel pomeriggio altro movimento tellurico nella stessa zona, del secondo grado.


27 giugno 2000: alle 9,33 ancora una scossa tra i cinque e i sei gradi mercalli colpisce la città in zona Castelli romani, valle dell’Aniene e in tutta la provincia di Roma. La scossa viene sentita anche in diversi quartieri della Capitale. L’epicentro del terremoto viene individuato nuovamente fra i comuni di Rocca Canterano e Cerreto Laziale, nella zona dei Monti Tiburtini.