Dopo 38 anni non ci sono più coloni


TEL AVIV – Dopo 38 anni, non ci sono più coloni a Gaza. Completata l’evacuazione degli ultras nella “striscia”, è iniziata quella delle colonie nel nord della Cisgiordania. Centinaia di soldati e poliziotti sono entrati, poco dopo l’alba, a Homesh e a Sa-Nur, i due piccoli insediamenti ultrà situati nei dintorni di Tulkarem, nei quali erano asserragliati alcune centinaia di coloni e circa 1.500 estremisti venuti dal resto della Cisgiordania per resistere al ritiro. Le operazioni di sgombero si sono svolte senza le temute violenze da parte degli ultrà.


A Sa-Nur le forze di sicurezza hanno evacuato la sinagoga, nella quale si erano barricate alcune decine di persone, e sono penetrate anche in un antico fortino ottomano, diventato poi un commissariato di polizia durante il protettorato britannico, occupato da diverse decine di ultrà. Sul tetto del fortino, dove è stata eretta una grande tenda sulla quale sventola uno striscione con la scritta ‘’Maledetto sia chi caccia un fratello dalla sua casa’’, si trovavano numerosi giovani oppositori al ritiro. La polizia ha negoziato con loro per evitare una evacuazione violenta.


Anche a Homesh non si sono registrati per ora incidenti violenti e le operazioni di evacuazione sono state molto lente. Come a Sa-Nur, le forze di sicurezza sono state accolte da invettive: ‘’Non siete veri ebrei’’, ‘’Gli ebrei non espellono altri ebrei’’, ‘’Siete le pecore di Sharon’’, sono alcune delle frasi ostili gridate ai soldati da coloni e estremisti. Sulle forze di sicurezza sono state lanciate uova e pomodori, e olio è stato versato per terra per rallentare la progressione dei militari, che sono però entrati nel collegio rabbinico Har Shlomo senza incontrare alcuna resistenza attiva, ma solo alcune decine di giovani immersi in preghiera.


Altri due insediamenti del nord della Cisgiordania, Ganim e Kadim, devono essere smantellati in base al piano Sharon. Ma queste due piccole colonie, nei dintorni di Jenin, sono già vuote. A Ganim è iniziata la demolizione di alcune case. La distruzione delle villette dei coloni è già in corso anche in 13 dei 21 insediamenti di Gaza.


Le forze di sicurezza israeliane procedono con prudenza, nell’ipotesi che fra gli estremisti ci possano essere persone armate che possano voler scatenare uno scontro a fuoco con i soldati, nonostante le dichiarazioni dei coloni che hanno detto di volere resistere solo passivamente all’evacuazione.


Nelle prossime settimane dovranno essere distrutte le villette dei coloni, poi si procederà al ritiro dei militari da Gaza, dove il territorio delle colonie sarà restituito ai palestinesi, si prevede ai primi di ottobre. L’altra sera il presidente palestinese Abu Mazen ha telefonato al premier israeliano Ariel Sharon per congratularsi per il positivo svolgimento delle operazioni di sgombero, che per ora non hanno fatto registrare episodi di violenza grave. I due leader hanno inoltre deciso di vedersi ‘’presto’’.