Calcio, il Viminale avverte: chiusi gli stadi non in regola


ROMA – Domenica si giocherà la prima giornata del campionato di calcio di serie A: per milioni di italiani è la buona notizia. Ma non è per niente escluso che domenica sera – assieme a risultati, classifica e marcatori – arrivino anche le prime sanzioni. Perché alla «flessibilità», cioé alle proroghe concesse per gli interventi strutturali sugli stadi – tornelli, zone di filtraggio e prefiltraggio, divisori e aree di sicurezza – farà da contraltare una tolleranza zero per quanto riguarda i biglietti nominativi. Insomma: chi non si adegua, paga.


«Sia chiaro a tutti che la si sicurezza di ogni singolo spettatore o di ogni singolo operatore delle forze dell’ordine, vale esattamente quanto la sicurezza del più costoso giocatore in campo», ha ammonito il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Che in serata ha parlato al telefono con il presidente della Figc, Franco Carraro. Il colloquio, in cui si è concordato che l’attuazione delle norme antiviolenza va fatta secondo tempi ragionevoli, sembra aver scongiurato le misure più drastiche (blocco calendari e partite in campo neutro), anche se non ci sarà alcuno sconto per quanto riguarda le sanzioni.


La linea da tenere in vista dell’inizio della stagione calcistica è emersa in mattinata nel corso di una lunga riunione straordinaria – non è un caso che l’abbia aperta il vice capo della polizia Antonio Manganelli e l’abbia chiusa il ministro Pisanu – dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive, l’organismo presieduto dal direttore dell’ordine pubblico del Dipartimento di Ps Francesco Tagliente, del quale fanno parte tutti i soggetti coinvolti nella gestione delle manifestazioni sportive. Ed è una linea che si sviluppa dall’analisi fatta dai tecnici del Viminale e del Dipartimento nei mesi precedenti l’emanazione dei decreti: una stagione come quella passata in cui un incontro su 10 si è concluso con feriti, non è più concepibile. Le nuove misure organizzative per un più sicuro svolgimento delle gare sono dunque assolutamente irrinunciabili, ma serve tempo affinché le società si attrezzino: quindi flessibilità nell’applicare le sanzioni ma, allo stesso tempo, mano pesante con chi fa il furbo.


«Le nuove norme vanno attuate con la necessaria flessibilità ma senza nulla concedere ad atteggiamenti dilatori», dice Pisanu. Perché «l’obiettivo di adeguare la sicurezza dei nostri stadi agli standard internazionali è un obiettivo irrinunciabile».


Dall’Osservatorio fanno sapere che sono previsti «anche meccanismi di flessibilità attraverso l’istituto della proroga», cioè si darà tempo ai responsabili per mettere a norma gli impianti. Ma tale disponibilità cessa quando si parla dei tagliandi nominativi. Le siocietà che non sono in grado di farlo, adducono come motivo un software inadeguato da parte dei rivenditori di biglietti. Ma basta poco, molto poco, per modificare quel software. Allo stato attuale, a sentire la Lega calcio, sarebbero poco più della metà le squadre di serie A in regola. Perché?


Il timore degli operatori della sicurezza è che molte società abbiamo problemi con le proprie tifoserie organizzate (pronte a «ricattarle» in assenza di biglietti gratis) e che quindi provino a tirare la corda. Di qui la tolleranza zero: chi non rispetta i decreti sarà sanzionato. Saranno i prefetti a valutare, «caso per caso» le situazioni e spetterà a loro emettere le sanzioni, che partono da una semplice ammenda alla chiusura dello stadio.


Attenzione quindi, è il messaggio che parte dal Viminale: se qualcuno si fa male, questa volta si passerà immediatamente ai provvedimenti più duri. Tra i quali anche la chiusura degli stadi.