«Salviamo il pomodoro tricolore»


ROMA – Per salvare la produzione di pomodoro italiano dall’invasione di prodotto cinese «è più che mai necessario garantire condizioni di trasparenza, efficienza e responsabilità nella filiera e nelle istituzioni per dare un futuro ad un settore simbolo del made in Italy». Lo afferma il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni, rilanciando l’obbligo dell’etichetta negli alimenti e la necessità di dare continuità e sostenibilità al settore.


«A distanza di oltre un mese dall’impegno assunto formalmente dal governo al tavolo agroalimentare – lamenta Bedoni – non sono ancora operative le norme per rendere obbligatoria l’etichetta ‘salva pomodoro italiano’». Per il presidente della Coldiretti, mentre la coltivazione nazionale è a rischio, dalla Cina sono arrivate nell’ultimo anno circa 150 mila tonnellate di concentrato di pomodoro da spacciare, per la mancanza dell’indicazione di origine, come prodotto Made in Italy, a danno delle imprese agricole e dei consumatori.


Il concentrato di pomodoro è la principale voce delle esportazioni agroalimentari cinesi in Italia, con un valore che nel 2004 ha superato i 62 milioni di euro. Dopo essere stato rilavorato e diluito, spiega Coldiretti, questo prodotto diventa spesso «con l’inganno» passata tricolore per la mancanza di informazioni chiare sull’origine in etichetta. «Per questo – continua la Coldiretti – sono gravi i ritardi accumulati nella pubblicazione delle nuove norme che rischiano di divenire operative troppo tardi quando la raccolta 2005 sarà conclusa». L’etichetta, ricorda l’organizzazione, prevede che tutti i derivati del pomodoro ottenuti dalla diluizione del concentrato potranno essere posti in vendita sul mercato nazionale solo con denominazioni differenti, tali da non creare confusione con la vera passata di pomodoro, nella quale dovrà essere indicata la reale origine.