Andreotti: «La guerra contro l’Iraq è stata profondamente ingiusta»


RIMINI – «La guerra in Iraq è stata profondamente ingiusta». Ne è convinto il senatore a vita Giulio Andreotti che, in una conferenza stampa al Meeting di Rimini ha definito «sbagliato tanto l’intervento militare Usa quanto quello italiano, pure con la sottigliezza di dire che noi in Iraq ci siamo andati il giorno dopo la fine della guerra e per ricostruire». «Quella guerra – spiega Andreotti – è stata motivata con l’esistenza di armi di distruzione di massa nelle mani di Saddam Hussein. Se fosse stato vero, allora sarebbe stato giusto farla. Ma non era vero, come sapevano benissimo gli stessi americani che dopo lo hanno ammesso». D’altra parte, secondo Andreotti «non si può venir via dall’Iraq da un giorno all’altro. La strada giusta è quella scelta dall’Italia: il primo nucleo di militari rientrati non è stato rimpiazzato». Andreotti parla anche della prima guerra del Golfo: «Se allora Saddam non avesse invaso il Kuwait oggi sarebbe ancora al suo posto e a nessuno fregherebbe nulla degli sciiti o dei curdi…».


Andreotti è poi tornato su quanto detto da Marcello Pera nel discorso che ha aperto la kermesse ciellina. “Su due punti non sono d’accordo con l’intervento al Meeting del presidente del Senato: l’equiparazione del terrorismo all’Islam e l’uso delle armi”. Andreotti dice di avere apprezzato il discorso di Pera, ma di dovergli comunque riservare “un appunto” su due cose rispetto alle quali, dice, “da parte mia non può esserci condizione. Innanzitutto l’equiparazione tra terrorismo e Islam. Ci sono islamici non terroristi e terroristi non islamici. E poi, con le armi si combatte uno Stato, non un popolo”. Detto questo, Andreotti sottolinea: “Guai a non stare con gli occhi aperti, ma c’è pure molta ipocrisia: in Italia ci sono alcune zone dove la mattina fanno le manifestazioni contro gli immigrati e la sera li reclutano per farli lavorare nelle campagne e nelle industrie”.