Grande centro? La proposta di Monti accolta da una raffica di “no grazie”


ROMA – Grande centro? L’idea lanciata dall’ex commissario Mario Monti dalle colonne del quotidiano La Stampa ha incontrato assai più perplessità che entusiasmi. L’Italia, ha argomentato Monti, ha bisogno di «progredire verso una moderna economia di mercato» e visto che tanto la destra quanto la sinistra non sono riuscite finora ad articolare un progetto, è ora di provare col centro. Monti ha spiegato che la sua analisi ha preso il via dalle valutazioni negative (da lui condivise) dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, e dalle recenti vicende finanziarie che «hanno offeso l’Italia rendendola oggetto di derisione nel mondo». Il Paese ha bisogno di riforme che, secondo l’economista, non possono essere realizzate «né con un centrodestra come quello che abbiamo visto all’opera né con un centrosinistra come quello che, osservandolo oggi, possiamo immaginare all’opera», visto in particolare il freno imposto da partiti come la Lega e Rifondazione.


L’uscita di Monti è stata accolta con freddezza. La contrarietà di partiti come Lega, Rifondazione, Comunisti italiani, Verdi, An era nei pronostici. Forse meno scontate, per Monti, sono state le posizioni di Romano Prodi, del coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi, del «centrista» Rocco Buttiglione. «In un sistema bipolare – ha detto ieri quest’ultimo, parlando al Meeting di Rimini – non c’è spazio per un centro nuovo». Del resto «in tutta Europa il centro c’è, ed è alternativo alla sinistra». Diverso, e assai più drastico il commento di Prodi: «Abbiamo avuto decenni di esperienza di centro mobile e abbiamo cambiato proprio perché non era in grado di prendere le grandi decisioni». Il bipolarismo invece, spiega il leader dell’Unione, «è l’unica forma di governo capace di decidere, purché si abbia la volontà di farlo». Piccata la reazione dei Ds, con Chiti che definisce l’intervista di Monti «sorprendente» e macchiata da «cerchiobottismo»: «Andare verso il centro è la cura sbagliata perché le democrazie europee avanzate sono fondate su un bipolarismo compiuto». Anche la Cdl chiude la porta alla proposta di Monti: «Se l’obiettivo è creare un centro politico nuovo, è una prospettiva destinata al fallimento. Il centro c’è già e si chiama Forza Italia».


Una delle poche voci favorevoli a Monti è stata quella del presidente della Camera, Pierferdinando Casini: «Monti dice ciò che hanno detto in tanti, e anche io: dice che serve una potente iniezione di centro alla politica italiana» capace di smussare gli oltranzismi dei partiti estremi delle coalizioni, come Lega o Rc.