Lunardi: una «white list» per rassicurare l’Europa


ROMA – Né nera né bianca. La lista delle compagnie aeree a cui pensa il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi per dare maggior sicurezza ai passeggeri sarebbe un elenco in cui compaiono i vettori autorizzati e da cui sono esclusi sia quelli che non hanno il permesso, sia quelli sospesi che però potrebbero essere riammessi, sia quelli non conosciuti. È questa la linea con cui Lunardi è andato all’incontro con il ministro dei Trasporti francese, Dominique Perben, a Parigi.


Lunardi, che sinora ha detto chiaramente di preferire una white list ritenendola più efficace per la sicurezza dei passeggeri e quindi ne gradirebbe l’applicazione anche a livello europeo, rifletterà senz’altro sulla soluzione proposta alla Commissione Trasporti dell’Europarlamento dalla parlamentare francese Christine De Veyrac. E cioè un’unica lista nera stilata sulla base delle indicazioni degli Stati membri e valida su tutto il territorio Ue ma senza distinguere lo Stato che ha negato l’autorizzazione al volo a determinate compagnie aeree.


Dalla sede del ministero francese, a Boulevard Saint Germain, nulla è trapelato dell’incontro fra Lunardi e Perben. Del resto era stata già prevista in Italia una conferenza stampa; in Francia è stato annunciato un comunicato. Il titolare del ministero di Porta Pia si è comunque presentato all’incontro con la propria contrarietà ad una black list, su una posizione opposta a quella del suo omologo d’oltralpe che proprio ieri ha diffuso la lista nera della Francia.


Con tutta la delicatezza del caso, nell’incontro si sarà fatto riferimento alla tragedia che ha colpito la Francia dopo l’incidente dell’aereo della compagnia colombiana West Caribbean Airways precipitato in Venezuela il 16 agosto scorso, con 160 persone a bordo, per la maggior parte cittadini francesi della Martinica.


Un vettore che non rientra in alcuna lista dell’autorità di controllo dell’aviazione d’oltralpe perchè non ha mai fatto richiesta di volo sul territorio francese. È questo infatti uno dei casi portati ad esempio sul sito internet di Le Figaro, che ha pubblicato una lista di 37 vettori che hanno avuto incidenti importanti negli ultimi due anni o che figurano nelle black list di alcuni Paesi.


D’altro canto, come ammette lo stesso Le Figaro, stilare o no una lista è problema complesso considerando che alcune compagnie sono autorizzate da alcuni Paesi e non da altri che non hanno gli stessi rapporti diplomatici con quelle nazioni. Ma in più, osserva il quotidiano, ci sono vettori che nascono e cessano l’attività «per rinascere con un altro nome con la benevolenza dell’aviazione civile locale, spesso corrotta».


Ciò a cui tiene Lunardi, inoltre, è avere assicurazione dall’Icao e da ogni singolo Paese Ue dell’esecuzione delle ispezioni dei velivoli sul proprio territorio.


Questo anche per garantire i passeggeri nei casi in cui – per problemi al velivolo con il quale dovevano partire – vengono imbarcati su aerei di un’altra compagnia (la cosiddetta riprotezione) che in Italia non è conosciuta o non ha l’autorizzazione al volo.


La «lista nera» dell’ Italia


Il Corriere della Sera ha pubblicato il seguente elenco delle compagnie aeree a rischio, alle quali è stato vietato operare in Italia: la Hemus Air (Bulgaria), la Kuban Airlines (Russia), la Bgb Air, la Gst Aero, Aircompany, la Ozu-Avia Air Company (tutte e tre del Kazakistan), la Gee Bee Air (Grecia) che collegava Palermo a Lampedusa e Pantelleria, la Jordan Aviation (Giordania) che trasportava turisti in Tunisia e Medio Oriente e la Podillia (Ucraina), Phoenix Aviation (Kirghizistan), Air Memphis.