E il petrolio tocca nuovi massimi


ROMA – Nuovo record storico per il petrolio, che a New York ha segnato ieri 70,85 dollari al barile. Su nuovi massimi anche il Brent, il greggio di riferimento europeo, che a Londra ha toccato i 67,96 dollari, in rialzo del 5%. Tra i fattori a spingere il prezzo del petrolio anche l’uragano Katrina, che ha imposto la sospensione delle attività estrattive e di raffinazione lungo tutta la costa Usa del Golfo del Messico, imponendo al presidente degli Stati Uniti George W. Bush il dilemma se intaccare o meno le riserve strategiche statunitensi.


Eppure, anche tenendo conto di Katrina, della situazione mediorientale e della fame di greggio mondiale che, da qualche anno a questa parte, è notevolmente cesciuta con l’irrompere sulla scena di Cina e India; anche tenendo conto di tutto questo, tali quotazioni non si spiegano. Lo sostiene il segretario generale dell’Opec, Anan Shihab-Eldin, il quale ieri si è detto «preoccupato» per la corsa del prezzo del petrolio che, sottoliena, non riflette l’andamento dei fondamentali del mercato. «Siamo preoccupati – ha spiegato a margine di una conferenza sull’energia tenutasi ad Oslo – perché il prezzo del petrolio continua la sua corsa al di là delle giustificazioni» provenienti dall’andamento dei fondamentali. L’offerta, ha infatti precisato il segretario generale, supera la domanda e gli stock sono aumentati. E anche in futuro, aggiunge, «l’offerta continuerà a superere la domanda». I Paesi membri del cartello Opec, che producono il 40% del greggio mondiale, si riuniranno il 19 settembre a Vienna. «La nostra intenzione – ha affermato Shihab-Eldin – è quella di rassicurare il mercato». Si parlerà dell’eventualità di aumentare la prosuzione di greggio.


Shihab-Eldin, parlando però a titolo personale e non a nome dell’Opec, ha stimato inoltre che in futuro il prezzo del barile «potrebbe variare intorno ai 40 dollari, toccando un tetto massimo tra i 50 e i 55 dollari».