Nuovo record per la benzina: supera la soglia di 1,36 euro al litro


ROMA – La benzina vola alle stelle. Le fiammate del petrolio, che, travolto dall’uragano Katrina, è balzato la scorsa settimana a un passo da 71 dollari, si sono riversate sui distributori di carburanti, spingendo i listini della verde a superare la soglia di 1,36 euro al litro. Il salto è stato rocambolesco. Nel giro di un solo week-end il prezzo di vendita consigliato ai gestori è salito in alcuni casi anche di oltre 7 centesimi. Così negli impianti Q8 si è passati da 1,292 euro al litro praticato fino alla fine di agosto a 1,367 euro, il nuovo record assoluto, pari ad oltre 2.640 lire. E sopra la soglia di 1,3 euro al litro sono saliti anche altri 4 marchi, che hanno messo abbondantemente mano ai listini: Api (1,327 euro), Total (1,329), Ip (1,327) e Tamoil (1,328).


Non va del resto molto meglio a chi, nella speranza di risparmiare, guida un’auto a gasolio. Anche in questo caso, il listino ha toccato un nuovo massimo, scavalcando la soglia di 1,2 euro al litro. Il primato negativo spetta ancora alla Q8, i cui prezzi consigliati ai gestori hanno toccato 1,223 euro al litro. I rincari sono il riflesso delle impennate subite dal petrolio nei giorni scorsi. Alla fine di agosto, quando Katrina si avvicinava velocemente alle coste degli Stati Uniti, il barile ha toccato i 70,85 dollari. Quotazione record, abbandonata solo dopo lo sblocco delle scorte petrolifere da parte degli stessi Usa e di molti partner industrializzati.


La spiegazione arriva dal presidente dell’Unione Petrolifera, Pasquale De Vita: «le compagnie stanno recuperando ora, e solo parzialmente», le forti fiammate registrate negli ultimi tempi dalla materia prima sui mercati. Dall’inizio di luglio a oggi – sottolinea – i prezzi Platt’s della verde sul mercato europeo hanno messo a segno un aumento di 13 centesimi di euro mentre, nello stesso periodo i prezzi «industriali medi italiani sono cresciuti di 5 centesimi». Le spiegazioni di De Vita non bastano però alle associazioni dei consumatori. Altroconsumo denuncia che la maggior parte dei distributori (circa il 60%) pratica prezzi superiori a quelli consigliati dalle compagnie petrolifere e invita gli automobilisti a boicottare gli impianti più cari.


L’Intesaconsumatori tira invece in ballo ancora una volta il governo: i prezzi, affermano, sono ormai «insostenibil», tali da far diventare sempre più urgente un intervento di riduzione del peso fiscale sui carburanti, senza il quale per ogni famiglia già si prefigura «un salasso da 1.000 euro». Per qualsiasi decisione del governo bisognerà aspettare però almeno fino a metà mese, quando, come ha spiegato il ministro Scajola, la commissione del ministero delle Attività produttive avrà concluso i suoi lavori.