Annegati in due metri d’acqua

GELA – Ennesima tragedia dell’immigrazione davanti alle coste siciliane. Un peschereccio salpato dalla Libia con 170 persone a bordo si è arenato ad appena una trentina di metri dalla riva; il comandante ha quindi ordinato al suo carico umano – quasi tutto composto da giovanissimi – di raggiungere terra a nuoto. E qui è stata la tragedia. Anche chi non sapeva nuotare ha tentato di approdare con le sue forze, e i risultati sono stati drammatici. Undici persone sono morte, tra essi una donna e alcuni adolescenti che avranno avuto non più di 17 anni. Altre persone sono state salvate dal pronto intervento di polizia e Guardia Costiera, allertata da alcuni turisti che, dal loro camper, avevano visto quanto stava accadendo. Sono stati ricoverati al pronto soccorso di Gela trenta clandestini, tutti con sintomi di disidratazione ed ipotermia; nessuno di loro sarebbe in pericolo di vita, anche se una donna è stata trasferita in terapia intensiva. Questa volta, però, gli scafisti – sei egiziani e un libico – sono stati arrestati. Su di loro, l’ira del ministro Pisanu: “Gli scafisti hanno dirette, pesanti responsabilità nella strage e per questo reato dovranno essere perseguiti.”