MIAMI
Un secondo problema riguarda i nuovi parlamentari: «I 18 seggi assegnati agli italiani votati all’estero – continua Danieli – devono essere sottratti al numero totale di parlamentari e non aggiunti. In che modo saranno sottratti? Per provvedere a questo devono esserci degli atti di natura legislativa». Il senatore della «Margherita» cerca di leggere anche politicamente questa situazione: «Queste difficoltà lasciano pensare che forse c’è qualcuno all’interno della maggioranza che non gradisce questa votazione all’estero. Sondaggi contrari? Non spetta a me dirlo, ma certo i vari sondaggi e gli ultimi risultati elettorali all’estero hanno visto una vittoria del centrosinistra rispetto alla CdL. A me comunque interessa che gli italiani all’estero possano esprimere il loro voto e i loro candidati». Partendo da questi presupposti è comprensibile l’attesa della Margherita nell’impostare una vera e propria campagna elettorale: «Fino a che non sapremo se si potrà votare o no non possiamo discutere di candidati e di campagna elettorale, è inutile – conferma Danieli. – Certo che abbiamo una struttura all’estero già operativa, da sempre. Noi della Margherita abbiamo sempre considerato l’estero come la 21ma regione italiana, con le stesse preoccupazioni e lo stesso impegno che mettiamo nel Lazio o in altre regioni italiane».
A settembre è inoltre partito il tesseramento all’estero che conta di portare circa 3 mila iscritti che saranno la base su cui continuare il lavoro già iniziato da tempo: «Abbiamo organizzato diverse iniziative, come ‘l’Ulivo nel mondo’ quando 40, 45 dirigenti dell’Ulivo di allora girarono nelle principali città del mondo per una cinquantina di incontri. O come l’incontro tenutosi poco prima dell’estate quando Prodi incontrò alcuni rappresentanti dei nostri connazionali». Ma cosa possono portare 18 nuovi parlamentari all’attività politica nazionale? Danieli non ha dubbi, sarebbe un grande passo avanti: «I parlamentari stranieri sarebbero molto utili per sprovincializzare il nostro Parlamento che ancora non ha percepito l’importanza degli italiani nel mondo – spiega il Senatore. – 4.000.000 di votanti, circa 350 parlamentari in 27 diversi Paesi che hanno origini italiane e quasi 70 milioni di nostri connazionali diretti o dalle origini italiane. E’ stupido non approfittare di queste risorse. Per questo motivo da sempre sono un sostenitore del voto degli italiani all’estero e già quando ero sottosegretario nel governo dell’Ulivo mi sono battuto per questa iniziativa ed è bene ricordare che le prime modifiche costituzionali le abbiamo fatte noi. La questione del voto agli italiani all’estero non è una novità dell’ultima ora». Anche perché gli Italiani all’estero «sono curiosi, vorrebbero essere più informati e invece purtroppo l’informazione non è ancora ben organizzata. Un canale è Rai International ma va modernizzato, è vecchio nella mentalità. Per fortuna ci sono dei giornali che possono informare al meglio».