I ritardi del governo mettono a rischio il voto all’estero


MIAMI

– «Non iniziamo nessuna campagna elettorale finché non abbiamo la certezza che si voti e, al momento, non si può votare». A parlare è il senatore Franco Danieli, coordinatore della Margherita per gli Italiani nel mondo, che commenta senza mezzi termini la situazione attuale del voto degli italiani nel mondo. La sensazione del Senatore è data da alcune lacune presenti nella legge del 2001 che impedirebbero il corretto svolgimento dell’ele-zione dei 18 nuovi parlamentari votati dagli italiani residenti all’estero nelle prossime elezioni politiche del 2006. Danieli annuncia anche una interroga-zione parlamentare al ministro dell’Interno, Beppe Pisanu, proprio su questa questione: «Siamo pronti a dare battaglia. C’è bisogno di un intervento da parte del ministero, di una azione legislativa che chiarisca questi dubbi: – spiega Danieli, che elenca: – è stato aggiornato l’elenco degli aventi diritto? Sono stati individuati i sottocollegi da assegnare all’estero? E, infine, si può votare o no?» Il senatore scende nello specifico: «Il conteggio di 2.600.000 italiani residenti all’estero che hanno votato, ad esempio, alle elezioni del Comites non può essere un dato troppo indicativo perché dai dati dell’Aire e dell’anagrafe consolare risulta che c’è almeno un milione di persone in più che avrebbe diritto di voto ma che al momento non sono calcolati e che quindi non riceveranno il materiale per votare. E questo è un primo problema, l’elenco dei nominativi andrebbe aggiornato. La legge è del 2001 e ad oggi ancora ci sono questi dubbi e non si sa se si voterà o meno: perché si è aspettato tanto ad aggiornare gli elenchi ad esempio? So che adesso stanno correndo per cercare di allargare gli elenchi, ma ce la faranno?».


Un secondo problema riguarda i nuovi parlamentari: «I 18 seggi assegnati agli italiani votati all’estero – continua Danieli – devono essere sottratti al numero totale di parlamentari e non aggiunti. In che modo saranno sottratti? Per provvedere a questo devono esserci degli atti di natura legislativa». Il senatore della «Margherita» cerca di leggere anche politicamente questa situazione: «Queste difficoltà lasciano pensare che forse c’è qualcuno all’interno della maggioranza che non gradisce questa votazione all’estero. Sondaggi contrari? Non spetta a me dirlo, ma certo i vari sondaggi e gli ultimi risultati elettorali all’estero hanno visto una vittoria del centrosinistra rispetto alla CdL. A me comunque interessa che gli italiani all’estero possano esprimere il loro voto e i loro candidati». Partendo da questi presupposti è comprensibile l’attesa della Margherita nell’impostare una vera e propria campagna elettorale: «Fino a che non sapremo se si potrà votare o no non possiamo discutere di candidati e di campagna elettorale, è inutile – conferma Danieli. – Certo che abbiamo una struttura all’estero già operativa, da sempre. Noi della Margherita abbiamo sempre considerato l’estero come la 21ma regione italiana, con le stesse preoccupazioni e lo stesso impegno che mettiamo nel Lazio o in altre regioni italiane».


A settembre è inoltre partito il tesseramento all’estero che conta di portare circa 3 mila iscritti che saranno la base su cui continuare il lavoro già iniziato da tempo: «Abbiamo organizzato diverse iniziative, come ‘l’Ulivo nel mondo’ quando 40, 45 dirigenti dell’Ulivo di allora girarono nelle principali città del mondo per una cinquantina di incontri. O come l’incontro tenutosi poco prima dell’estate quando Prodi incontrò alcuni rappresentanti dei nostri connazionali». Ma cosa possono portare 18 nuovi parlamentari all’attività politica nazionale? Danieli non ha dubbi, sarebbe un grande passo avanti: «I parlamentari stranieri sarebbero molto utili per sprovincializzare il nostro Parlamento che ancora non ha percepito l’importanza degli italiani nel mondo – spiega il Senatore. – 4.000.000 di votanti, circa 350 parlamentari in 27 diversi Paesi che hanno origini italiane e quasi 70 milioni di nostri connazionali diretti o dalle origini italiane. E’ stupido non approfittare di queste risorse. Per questo motivo da sempre sono un sostenitore del voto degli italiani all’estero e già quando ero sottosegretario nel governo dell’Ulivo mi sono battuto per questa iniziativa ed è bene ricordare che le prime modifiche costituzionali le abbiamo fatte noi. La questione del voto agli italiani all’estero non è una novità dell’ultima ora». Anche perché gli Italiani all’estero «sono curiosi, vorrebbero essere più informati e invece purtroppo l’informazione non è ancora ben organizzata. Un canale è Rai International ma va modernizzato, è vecchio nella mentalità. Per fortuna ci sono dei giornali che possono informare al meglio».