Investe una bimba, missionario linciato

ROMA – Linciato per avere involontariamente travolto e ucciso, con la sua automobile, una bambina di tre anni che gli si era parata davanti all’improvviso, mentre attraversava una strada sconnessa, tra due sperduti villaggi del Congo. E’ morto così fra’ Angelo Redaelli, un francescano di 40 anni, che dal 2003 aveva scelto di svolgere la sua prima missione in Congo. La polizia ha sottoposto a fermo una persona che si pensa abbia partecipato al linciaggio del religioso, originario di Tradate, in provincia di Varese.


E il destino ha voluto che il presunto assassino sarà trasferito a Brazzaville per essere interrogato sullo stesso elicottero della polizia che porterà nella capitale congolese il corpo del religioso, prima del rientro della salma in Italia.


La dinamica dell’incidente e dell’aggressione subita da fra’ Redaelli è stata ricostruita dall’agenzia Misna. Il religioso – che apparteneva alla Provincia dei Frati minori della Lombardia – ieri mattina, insieme ad altre otto persone, tra le quali alcuni confratelli appena ordinati, a bordo di un fuoristrada era partito da Mukua, a 600 chilometri da Brazzaville, destinazione finale del gruppo. Dopo avere superato Owando, fra’ Redaelli ha puntato verso Bungi, dove c’è un’altra comunità di francescani. Ad una trentina di chilometri da Owando il primo capitolo della tragedia. Mentre stava percorrendo una strada sterrata, fra’ Redaelli si è trovato all’improvviso davanti una bambina di tre anni e non ha potuto evitare l’impatto. Il religioso ha bloccato subito la vettura e ne è sceso cercando di portare soccorso alla bimba che invece era morta sul colpo. E’ stato allora che sul luogo dell’incidente sono arrivate molte persone, in maggioranza parenti della piccola vittima, che hanno circondato gli occupanti del fuoristrada e poi aggredito fra’ Redaelli, colpendolo anche con alcuni machete e uccidendolo, mentre i compagni di viaggio del religioso sono riusciti a fuggire.


Non ha ancora trovato conferma la testimonianza, raccolta anch’essa dalla Misna, secondo cui tre dei religiosi congolesi che si trovavano con fra’ Redaelli erano stati bloccati fermati dalla folla, ma poi lasciati andare via. Lo sgomento per la morte di frate Angelo non ha indotto a reazioni emotive i suoi confratelli in Lombardia che, per bocca del segretario provinciale della provincia dei Frati minori della Lombardia, padre Ernesto Dozza, hanno voluto sottolineare che fra’ Redaelli “è stato aggredito non perché missionario o bianco, ma perché purtroppo aveva investito accidentalmente una bambina: la violenza reazione sarebbe stata la stessa anche se alla guida dell’auto ci fosse stata un’altra persona o un autista locale”. “Si è trattato – ha aggiunto padre Dozza – di un tragico incidente, sia per la morte della bambina che per la reazione spropositata. Escludiamo che si sia trattato di un gesto di ostilità nei confronti di fra’ Angelo, che era molto apprezzato per il suo lavoro e il suo impegno”. Di fra’ Angelo i confratelli ricordano la dedizione alla sua missione, tra cui una casa di accoglienza per bambini di strada a Brazzaville e altre iniziative nella zona di Makua.