Scoppia la guerra elettorale

ROMA – Colpo di scena nell’arena politica italiana. La Casa delle libertà ritrova l’intesa e presenta compatta un disegno di legge per una riforma elettorale da approvarsi prima delle elezioni politiche, e tutta l’opposizione – dalla sinistra di Rifondazione Comunista a Cusumano dell’Udeur – insorge come un sol uomo al grido di “golpe elettorale”, con Prodi che definisce l’iniziativa della coalizione di governo “una proposta indegna e irricevibile” studiata “da chi sa di perdere per falsificare il risultato delle elezioni”.


A consegnare il testo della riforma alla commissione Affari costituzionali alla Camera è stato il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli. L’intesa “tecnica”, sottoscritta da tutti i capigruppo della coalizione, prevede la reintroduzione del proporzionale, con l’abolizione dei collegi uninominali, con un premio di maggioranza per la coalizione vincente e uno sbarramento al 4% per impedire il proliferare dei piccoli partiti. Berlusconi e Fini hanno dato ordine ai loro deputati di dare l’ok alla riforma, sulla quale però pesa ancora qualche riserva da parte dell’Udc, preoccupata edllo sbarramento al 4%, e di altri deputati della maggioranza che vedono a rischio la loro rielezione. Domanda: i tempi sono stretti, il progetto della Cdl riuscirà ad andare in porto? “Se c’è la volontà politica, sì” ha risposto il presidente della Camera, Pierferdinando Casini. Ma l’opposizione promette battaglia, con emendamenti a raffica e tattiche ostruzionistiche in Parlamento. Già ieri, il centrosinistra ha fatto mancare tre volte il numero legale.