Palermo: esordio vincente in Europa


PALERMO- Basta poco al Palermo per archiviare con una vittoria il suo esordio assoluto in una coppa europea di prestigio, dopo 105 di storia vissuti pericolosamente, fra gioie (poche) e dolori (tantissimi).


I rosanero giocano al piccolo trotto, punzecchiano gli avversari, i coriacei ciprioti dell’Anorthosis Famagosta (reduci dai preliminari di Champions League, dove prima di arrendersi ai Rangers di Glasgow avevano eliminato la Dinamo Minsk e il Trabzonspor); segnano due gol, offrono anche scampoli di bel gioco e alla lunga danno l’impressione di avere ipotecato la qualificazione al secondo turno, salvo poi incassare nel finale il gol di Ketsbaia, che tiene in corsa l’Anorthosis.


E’ ancora una volta Eugenio Corini, come era avvenuto sabato sera contro l’Inter, a spianare la strada del successo agli uomini di Del Neri, con una punizione calciata magistralmente.


Il capitano del Palermo, gol a parte, risulta tra i migliori, confermando di attraversare un momento magico e di meritare una chance azzurra. Il segreto del Palermo dei miracoli, che vince in Italia e adesso anche in Europa, non è comunque decifrabile con il rendimento di Corini, c’é dell’altro: la squadra rosanero si diverte giocando, fa sfoggio di grande personalità, applica con abilità gli schemi, insomma tiene il campo in maniera quasi perfetta. Era accaduto contro l’Inter e la storia si è ripetuta anche in Coppa Uefa, al cospetto di un avversario che gli uomini di Del Neri non hanno commesso l’errore di sottovalutare.


L’allenatore friulano conferma quanto annunciato nella conferenza stampa della vigilia e inserisce un volto nuovo per ogni reparto. Michele Ferri gioca al posto di Zaccardo, Mutarelli è il vice ideale di Barone, mentre Brienza prende il posto di Makinwa, che siede in panchina. Cambiano gli uomini, ma non il modulo. Il 4-4-2 è il pane quotidiano di Del Neri. L’Anorthosis cerca fin dall’inizio di marcotizzare la partita, ma viene gelato da una prodezza di Corini, la seconda nel giro di cinque giorni, dopo quella confezionata contro l’Inter.


Il Palermo sfrutta il vantaggio, ma non pecca di frenesia, pertanto il ritmo della partita non decolla; tuttavia, quando decidono di affondare, i rosanero davvero fanno male. L’Anorthosis è Ketsbaia, o poco più, e i padroni di casa riescono a ottenere il massimo con il minimo sforzo. Fioccano le occasioni, ma bisogna attendere la mezz’ora per vedere il raddoppio di Brienza su rigore. Partita chiusà Neanche a parlarne. L’Anorthosis, perso per perso, si tuffa in avanti e sfiora un gol pesantissimo prima con lo stesso Ketsbaia, e successivamente con Louca, che colpisce di testa a pochi metri dalla porta ma consegna il pallone a Santoni, quasi sorpreso da tanta generosità.


Nel secondo tempo parte bene il Palermo, ma sono i ciprioti a sfiorare il gol con uno dei due nuovi entrati, Samaras, che va al tiro e sfiora il palo alla destra di Santoni. Fioccano le sostituzioni e nel finale l’Anorthosis riesce a trovare la strada del gol con Ketsbaia, l’allenatore-giocatore-baccio e mente dei ciprioti, che batte Santoni con un siluro su punizione.


E’ il gol che riaccende le speranze di qualificazione dell’Anorthosis e rovina i piani del Palermo, al quale rimane la soddisfazione per una vittoria stretta ma meritata. I discorso qualificazione, comunque, rimane aperto.