Una manovra da 21 miliardi


ROMA – Il governo torna a smentire tagli alla sanità. Arriva, forse, un bonus alle famiglie più disagiate per compensare il caro-benzina mentre sull’aumento delle tasse sulle rendite finanziarie (esclusi i titoli di Stato) si discute ancora e le posizioni restano distanti. Ieri a Palazzo Chigi si è avuto il primo round di incontri sulla prossima manovra, che dovrebbe avere un’entità di 21,3 miliardi di euro, e già è arrivatata una raffica di smentite ad alcune delle prime ipotesi di intervento. A cominciare da quella sul possibile arresto in caso di mancato versamento dell’Iva. Sulla manovra si registrano rilevanti differenze d’opinione tra i vari partiti della maggioranza. Tra le proposte che vengono portate avanti con maggior forza c’è quella sull’aumento dell’aliquota sulle rendite finanziarie, caldeggiata dall’Udc e da parte di An ma osteggiata dalla Lega ed esclusa nei giorni scorsi dallo stesso premier, Silvio Berlusconi. La proposta è quella di prevedere un’aliquota unica (al 23%) portando la no tax area a 10.000 euro oppure introducendo una franchigia (ad esempio fino a 3.000 euro) indipendentemente dal chi percepisce il reddito. La misura porterebbe a un gettito di circa tre miliardi di euro.


Si discute anche dell’ipotesi di un aumento dell’Iva (al quale An si dice contraria) e di tagli agli enti locali per tre miliardi.