L’Italia vista dagli altri, Parlano gli inviati esteri

SPOLETO (PERUGIA)- In Italia si vive bene ma non è facile raccontarla e spiegarla sui giornali stranieri e per i corrispondenti esteri c’è un gran lavoro: Berlusconi, il Papa ed il Vaticano, le città d’arte come Roma, Venezia, Firenze, ed ora gli sbarchi degli immigrati clandestini ma anche la straordinaria solidarietà ed il lavoro dei tanti volontari che si prodigano per assistere questi “disperati del mare”.


Se ne e parlato ieri in una tavola rotonda, moderata dal giornalista italiano Beppe Severgnini, in occasione della consegna del premio “Nuova Spoleto”, alla quale hanno partecipato alcuni corrispondenti dall’Italia di importanti giornali esteri.


“E’ interessante raccontare l’Italia – ha detto Heinz Joachim Fischer, del Frankfurter Allgemeine Zeitung (notoriamente abbreviata in Faz) di Francoforte – perché gli italiani, anche i politici, esprimono i loro sentimenti in modo non riflessivo”.


“Berlusconi – ha esordito Richard Owen, del Times di Londra – è un regalo per i giornalisti” ma è difficile spiegare ai lettori che dietro il suo “essere buffone, alle sue gaffe c’è un politico importante e serio che spesso parla senza pensare prima”. Ha citato tra i suoi successi di corrispondente dall’Italia tre interviste a Berlusconi. “Mi avevano concesso 20 minuti – ha detto – ma poi invece le interviste sono durate più di due ore perché lui è un personaggio straordinario che voleva convincere me, ed attraverso me i miei lettori, che lui è sincero ed ha ragione e che lavora giorno e notte per il bene del Paese”.


“Ma questo – ha replicato Antonio Pelayo, di Antenna 3 Tv di Madrid – è il paese di Pavarotti, della Ferrari. Berlusconi è solo un aneddoto che dura poco ma che non dovrebbe esistere”. “Berlusconi sta diventando una vecchia storia – ha detto Jeff Israely, del Time Magazine di New York – e sempre meno interessante da quando è diventato un politico che litiga come gli altri. L’articolo importante che potrei scrivere su di lui è quando si ritirerà”. Il corrispondente della Faz ha spiegato che la “anomalia Berlusconi” continua invece ad interessare i tedeschi ai quali – ha detto – “io devo spiegare perché gli italiani hanno votato democraticamente per una persona come lui, una anomalia nel mondo democratico occidentale”. Per il corrispondente del Time Magazine di New York molti dei suoi lettori probabilmente non sanno chi è Berlusconi ma per loro l’Italia “è diventata un alleato nella guerra” e gli “italiani sono quelli che stanno dalla nostra parte”.


Altro argomento che interessa la stampa estera è la vicenda Fazio, “ma è difficile fare capire ai francesi – ha detto il corrispondente di Le Monde, Salvatore Aloise – che in Italia c’è un governatore a vita anche se sfiduciato”. Per Pelayo quella del governatore della Banca d’Italia è una storia “da sceneggiatura” del grande cinema italiano.


Nessuna “anomalia” per la qualità della Tv italiana se rapportata a quella degli altri paesi, nonostante le “veline” che, dice Owen, sono un po’ difficili da spiegare agli inglesi. Dell’Italia “continuano invece a sorprendere” – ha detto Pelayo – la “solidarietà” e il “volontariato”. Così come – ha detto il corrispondente di Le Monde – l’assistenza che viene fornita ai clandestini che sbarcano sulle coste italiane. Ed il fenomeno della immigrazione, proprio per la posizione geografica dell’Italia, è uno dei grandi temi cui si interessa anche il corrispondente del Time Magazine di New York, così come i rapporti con l’Islam nel paese che ospita Papa e Vaticano. Ma il bello dell’Italia – hanno concordato un po’ tutti – è che gli italiani sono diversi, hanno quindi una vita pubblica diversa tanto che – a giudizio del corrispondente della Faz – “a Roma non possono funzionare le regole del traffico di Londra e di Monaco”.