Primarie dell’Unione 21 i Paesi coinvolti


Domenica 16 ottobre si voterà per le primarie dell’Unione; evento pre-elettorale importante che determinerà il rivale della Casa della Libertà per le votazioni generali del 2006, ma soprattutto renderà più chiare due questioni aperte del dibattito politico italiano ed italico degli ultimi mesi. Da una parte la reazione dei cittadini italiani che si rispecchiano ideologicamente nel programma politico del centro-sinistra a un momento di democrazia diretta e partecipativa. Dall’altra, un test con cui misurare la risposta della comunità degli italiani residenti all’estero alla prima prova ufficiale di esercitazione del diritto di suffragio dall’estero per le elezioni politiche.


Il Coordinamento nazionale de l’Unione degli Italiani nel Mondo con sede a Roma, ha provato l’elenco dei seggi che saranno allestiti nella Circoscrizione estero per l’espletamento della Primaria 2005. Il regolamento ufficiale prevede infatti che tutti i cittadini italiani, residenti in altri Paesi ed iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), o temporaneamente all’estero, se maggiorenni o compienti i 18 anni entro il 13 maggio 2006, potranno esprimere la propria preferenza per uno dei candidati dell’Unione, ovunque vi sia un seggio allestito appositamente. Precisando che, oltre a quelli organizzati dal Coordinamento centrale nelle città a maggiore presenza di comunità italiane, sarebbe stato possibile creare dei luoghi adatti al voto ovunque un gruppo di almeno cinque firmatari, rappresentanti le diverse correnti ideologiche presenti nella coalizione del centro-sinistra, richiedesse a Roma l’autorizzazione per la costituzione di un Sergio.


Il Coordinamento nazionale ha riconosciuto 157 seggi all’estero e che si potrà votare in Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Lussemburgo, Malta, Olanda, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Svezia e Svizzera; fuori dall’Europa in Argentina, Australia, Brasile, Canada, Egitto, Stati Uniti, Tunisia e Uruguay.


Le primarie, non rappresentando un appuntamento elettorale pubblico, ma giuridicamente privato, non hanno potuto contare con aiuti economici né logistici istituzionali. Una mancanza colmata in Italia grazie alla presenza capillare di sezioni locali dei partiti dell’Unione e di associazioni adoperatesi per trovare sedi e fondi per l’esercizio del voto. Una lacuna, al contrario, ben più grave nelle comunità all’estero, le quali, senza il supporto di consolati ed ambasciate, hanno dovuto affidarsi alle proprie risorse personali . E se in alcuni Paesi erano presenti sezioni distaccate delle forze politiche dell’Unione che hanno contribuito all’organizzazione delle primarie, in altri, soltanto grazie a sforzi individuali si è riuscito a garantire il voto all’estero per l’occasione.


Iniziative personali hanno, ad esempio, permesso l’istituzione di seggi a Praga, Cordoba (in Argentina), Tunisi e nella già citata White Stone.