Il virus dei polli raggiunge l’Europa

BRUXELLES – L’influenza aviaria ha raggiunto la Romania. La notizia è di ieri, e arriva dopo che il giorno prima l’Unione europea (di cui la Romania non fa parte) aveva smentito la presenza del virus in quella nazione. Pessime notizie giungono anche dalla Turchia, dove l’arrivo dell’influenza aviaria era già stato accertato da diversi giorni; ieri però è stato comunicato che a colpire in quella nazione è il ceppo H5N1 del virus, lo stesso che l’anno scorso in estremo oriente ha ucciso sessanta persone e provocato un’ecatombe di volatili. Le importazioni di carne da quei due paesi sono state sospese, e intanto i timori crescono, in tutto il mondo.


Il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il sud-coreano Lee Jong-Wook, ha lanciato un nuovo allarme circa la possibilità che dall’influenza aviaria nasca un nuovo virus influenzale capace di attaccare l’uomo. Secondo Jong-Wook, il verificarsi di una tale eventualità “è solo questione di tempo” e quando ciò accadrà “l’epidemia avrà conseguenze disastrose”. Attualmente, le grandi case farmaceutiche sono al lavoro per mettere a punto un vaccino specifico. Ma c’è un problema: il virus da cui difendersi ancora non esiste, si procede per ipotesi prendendo a modello i casi di contagio umano da H5N1 registrati un anno fa in Indocina. Nell’immediato, una misura precauzionale è quella di stoccare ingenti quantità di anti-influenzali e anti-virali.


Focolai di influenza aviaria sono stati segnalati anche in Sudamerica, in Colombia. La Bolivia ha chiesto una “riunione urgente” del “Comitato veterinario permanente del Cono Sur” – cui aderiscono Bolivia, Argentina, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay – affinché si analizzi la potenziale crisi che potrebbe scaturire da un diffondersi del virus.