Approvata dalla Camera la riforma elettorale

ROMA – La previsione di Silvio Berlusconi si è avverata: la Camera, ieri, ha approvato la nuova legge elettorale. A scrutinio segreto, si sono registrati 323 sì, 6 no e 6 astenuti. I deputati dell’Unione non hanno partecipato al voto, che si è svolto in un clima tesissimo. Alla fine, il Cavaliere ha potuto compiacersi per la “grande prova di compattezza” fornita dalla maggioranza per una “legge elettorale finalmente democratica” che “garantisce la governabilità”. Duro Fassino: “Perderete lo stesso, anche più di prima”. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.


Sulla giornata a Montecitorio, proponiamo la seguente corrispondenza realizzata dall’agenzia Ansa:


 


ROMA, 13 OTT – Silvio Berlusconi incassa il successo del voto alla Camera sulla legge elettorale e rilancia a tutto tondo la coalizione in vista del rush finale di questa legislatura, e anche nella prospettiva, che dà quasi per scontata, di essere il candidato premier della Casa delle libertà per il 2006 e, soprattutto, di rimanere alla guida del paese anche nella prossima legislatura.


E’ un presidente del Consiglio raggiante quello che saluta parlamentari e giornalisti in un affollato Transatlantico. ”Soddisfatto” per la performance della sua coalizione, una ”garanzia” per il futuro e ”un forte segnale di compattezza” che il premier a questo punto chiede anche per il varo definitivo della riforma federale. Ma anche per concretizzare la modifica della par condicio. Berlusconi non lo dice apertamente, ma l’ipotesi che possa andare in porto anche quest’ultima riforma sembra essere sempre più concreta, ”naturalmente si potrà definirla- premette- solo con il consenso di tutti gli alleati”.


In questo contesto positivo non manca però una grana: la necessità, ammessa stamane dal premier, di una correzione dei conti pubblici del 2005: un nuovo intervento di finanza pubblica che si sta studiando in queste ore e che potrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri già domani. E proprio per seguire questa ultima emergenza Berlusconi ha fatto in giornata la spola tra Camera e palazzo Chigi, dove ha incontrato tra gli altri il ministro dell’Economia Tremonti, utilizzando a sorpresa, per la prima volta dopo tanti anni, il sottopassaggio che unisce i due palazzi, mai più aperto, a memoria dei sorpresi cronisti parlamentari che lo hanno tampinato nella maratona di Montecitorio, dai tempi dell’ultimo governo Andreotti, nel 1991.


Ma il problema della correzione dei conti non sembra scalfire il buon umore del premier concentrato nell’esaltare la ”prova” data in queste ore dalla Casa delle Libertà: ”Una grande prova di granitica compattezza” che ha consentito il varo di una legge ”difficile da accettare” anche da parte di tanti parlamentari del centrodestra. Una valutazione che, nella sostanza, rappresenta la premessa per spiegare che questa coalizione ha ancora un futuro. E il suo comportamento di oggi rappresenta, inoltre, una ”bella spinta” per andare verso il partito dei moderati. Berlusconi non ha più dubbi neanche sulle primarie, ”non servono” nella Cdl, e stanno diventando una ”farsa” nel centrosinistra.


Il messaggio ai suoi è chiaro: avanti tutta così. E domani al lavoro per trovare una soluzione sulla correzione dei conti per il 2005.