Devolution, terzo sì dalla Camera

ROMA – La Camera ha dato il via libera, in terza lettura (dopo i voti favorevoli della Camera il 18 ottobre 2004 e del Senato il 23 marzo 2005), alla legge di riforma della seconda parte della Costituzione, che introduce tra l’altro la “devolution” (in sostanza, il passaggio alle regioni delle competenze su scuola, sanità e polizia locale) e nuovi poteri per il presidente del Consiglio, trasformando così la forma di governo in un premierato di fatto. Non si tratta ancora del voto definitivo, perché è necessario un voto in quarta lettura da parte del Senato. Escludendo che a Palazzo Madama – che potrebbe tornare a occuparsi dell’argomento già da martedì prossimo – la legge di riforma costituzionale, fortemente osteggiata dall’opposizione, passi con una maggioranza di almeno i due terzi dell’aula, sarà necessario confermarla con un referendum popolare, che tutti i partiti dell’Unione hanno già annunciato e che, promettono, annullerà “una pagina nera della Repubblica”.


Nella maggioranza, che ha votato compatta nonostante l’astensione dell’ex segretario dell’Udc Follini e del ministro centrista Tabacci, si registra l’esultanza in particolare dei leghisti (Bossi: “Grazie, Casa delle libertà, stai cambiando il paese”; Borghezio: “La Padania indipendente è da oggi meno lontana”; Calderoli: “Molto bene, avessimo lavorato così per quattro anni chissà dove saremmo arrivati…”) e anche di Silvio Berlusconi, che ora esorta i suoi a procedere con la rapida approvazione di un’altra contestatissima legge, la legge “ex Cirielli” ovvero la “salva-Previti”.