Aiuti italiani per salvare il lago di Maracaibo?


Caracas- Il sottosegretario del ministero dell’Ambiente, Stefano Stefani, è sbarcato il 22 ottobre a Caracas, prima tappa del viaggio in America Latina, organizzato con l’obiettivo di promuovere la cooperazione ambientale tra le due sponde dell’oceano.


“Vengo a vedere se il Venezuela è pronto a rispettare il protocollo di Kyoto – ha sottolineato Stefani – ma soprattutto vogliamo collaborare con tutta l’America Latina. Siamo disposti a fornire il nostro know-how, in quei settori dove abbiamo punte d’eccellenza. In Venezuela, per esempio, ci sono problemi con i rifiuti. Si potrebbe fare uno scambio: noi forniamo macchine per lo smaltimento e loro in cambio il petrolio”.


Vicentino, classe ’36, orefice, esponente di spicco della Lega Nord, non si è fatto sfuggire l’occasione ed ha incontrato la comunità italiana, la stessa con cui poche settimane fa era entrato in attrito, esprimendo i propri dubbi sull’opportunità del voto all’estero.


“Era solo una provocazione – ha detto sorridendo Stefani – gli italiani senza dubbio voteranno, è la legge che lo prevede. Io ho messo solo sull’avviso. Mancano alcune garanzie democratiche. Molti, ad esempio, non risultano iscritti nell’anagrafe, e poi ci sarebbero da rivedere le procedure del voto per corrispondenza”.


Pace fatta? Chissà. Intanto si brinda tra il vino del Centro Italiano Venezolano. E’ qui che avviene l’incontro tra Stefani e la collettività, soprattutto l’associazione “Vicentini nel Mondo”, suoi conterranei. Impressionato, come tutta la delegazione, dall’imponenza del centro italiano venezolano, l’onorevole Stefani si perde in facili conclusioni:


“La situazione economica dei venezuelani non è come quella dell’Argentina”. Ci pensano alcuni invitati a ricordargli come dietro l’apparenza ci sia una realtà fin troppo triste per tanti italiani. “Allora bisogna fare il massimo per tutti i connazionali bisognosi all’estero” dice lui. Dicono tutti così, aggiunge qualcun altro dietro le quinte.


Durante la cerimonia l’Università Internazionale dei Caraibi, con sede a Curazao, gli consegna la laurea ad honorem, per il proficuo impegno politico e imprenditoriale. Lui ringrazia e ricambia pronunciando un breve discorso esageratamente lusinghiero: “Sono venuto la prima volta in Venezuela nel ’68 e la seconda nell’84. Noto con piacere che questa città è cambiata in meglio, e sono sicuro che ciò sia avvenuto grazie anche agli imprenditori italiani: i migliori al mondo”.


L’incontro si conclude con un pranzo presso il ristorante del CIV, durante il quale Stefani viene a conoscenza della storia del lago che muore: quello di Maracaibo. E’ Michele Coletta, rappresentante del Cgie, a fargli da Cicerone. Il lago è minacciato da un pericoloso nemico: l’inquinamento. Non quello di petrolio o idrocarburi, anche se sotto i fondali ci sono ricchi giacimenti petroliferi, ma quello rappresentato da un’alga infestante che lo sta gradualmente soffocando trasformandolo in una superficie verde e morta.


Il sottosegretario ascolta con interesse e garantisce il proprio impegno, d’altronde se è venuto in Sudamerica è proprio per l’ambiente. A dicembre Michele Coletta gli presenterà un dossier, e poi ci penserà il ministero a decidere che tipo di collaborazione intraprendere: magari tecnologica, visto che fino ad ora è soprattutto questa ad essere mancata. Qualcuno diffida, sono le solite parole dei politici. Al vento.